Ci dovrà essere una verifica delle irregolarità formali di questo documento, oltre all’eventuale evidenziazione dei profili di inadeguatezza del piano di abbattimento messo a punto dall’ATC perugino. Le squadre sono convinte dell’assenza di prevenzione per quel che riguarda il mantenimento numerico dei cinghiali a livelli tollerabili di densità. Tra l’altro, non ci sarebbe stato neanche un confronto con le associazioni venatorie per venire a capo di questi piani inidonei di abbattimento.
Lo stesso discorso vale per il disavanzo di gestione registrato nel corso del 2017 (oltre 243mila euro per la precisione). I giudici amministrativi dovranno quindi valutare il piano di gestione, anche perchè i cacciatori temono di pagare la quota dei danni alle coltivazioni agricole che non sono stati coperti dal fondo regionale. ANLC è stata ringraziata come unica associazione che si è interessata al ricorso per portarlo avanti e cercare di fare chiarezza.