Recentemente si è tenuto il XII International Symposium on Wild Boar and Other Suids in Repubblica Ceca. Due importi eventi che hanno trattato ed analizzato il problema della diffusione della peste suina africana in Europa. Anche il Ministero della Salute ha diffuso in questi giorni una circolare rivolta alle Regioni, agli organi di vigilanza e alle Associazioni Venatorie per sensibilizzare ed informare tutti i soggetti interessati dal problema. Il ruolo dei cacciatori, ma anche dei tecnici faunistici e di tutti coloro che si occupano della gestione faunistica può essere determinante sia sotto il profilo del monitoraggio e della tempestiva segnalazione dei casi sospetti nella specie Cinghiale, sia per diffondere la necessaria conoscenza delle principali norme comportamentali in presenza di eventuali aree interessate dal virus.
La Confederazione Cacciatori Toscani intende assicurare la massima disponibilità alla collaborazione su ogni eventuale iniziativa ritenuta utile dagli Enti preposti per il controllo e la prevenzione della ASF. Oltre a ciò, grazie al contributo di esperti del mondo scientifico in stretta collaborazione con la CCT abbiamo ritenuto utile predisporre una sintesi delle novità relative alla diffusione della Peste Suina Africana emerse dai due convegni: il virus è endemico nei suidi Africani come il facocero e il potamocero. Se viene trasmesso ai cinghiali e ai maiali (Sus scrofa) questo virus presenta una letalità altissima e gli animali muoiono in pochi giorni. L’attuale epidemia di ASF si è originata nel Caucaso, specificatamente in Georgia, da dove si è diffusa in Russia. Ulteriori focolai sono rapidamente apparsi nella Russia occidentale da dove è passata in Ucraina e Bielorussia. Da questi paesi l’ASF è passata in Romania, Bulgaria, Paesi Baltici e Polonia. Infine un focolaio si è sviluppato in Repubblica Ceca ed un altro in Ungheria.
In questi giorni l’ASF è passata in Europa occidentale e un focolaio è stato registrato nel Belgio meridionale. Il pericolo dell’ASF non riguarda gli esseri umani ma minaccia gli allevamenti di maiali. In caso in cui un paese non sia esente dalla malattia le esportazioni di animali e prodotti alimentari vengono bloccate con conseguenze economiche che possono essere molto serie. Per esempio l’attuale focolaio in Belgio minaccia gli allevamenti tedeschi e francesi e causa grande preoccupazione a livello UE. Vi sono varie vie di trasmissioni, sia naturali sia causate dall’azione umana. Il virus si può trasmettere attraverso le popolazioni di cinghiali. La via principale è attraverso il contatto e il cannibalismo tra cinghiali e carcasse. Quando un animale infetto muore può essere cannibalizzato dai conspecifici, ma basta un semplice contatto tra animale e carcassa oppure tra cinghiale e terreno infetto. Il virus dell’ASF infatti è estremamente persistente nell’ambiente, anche molti mesi, e un contatto è quindi assai facilitato. Vi sono anche meccanismi secondari di trasmissione naturale. Vi sono numerosi uccelli e mammiferi che si cibano di carogne come volpi, cornacchie, corvi o poiane.
Allo stato attuale la malattia non può essere eradicata. Le popolazioni di cinghiali si riducono enormemente e la malattia diventa endemica nella popolazione, grazie anche al fatto che il virus può sopravvivere nel terreno per mesi e settimane e quindi essere trasmesso alle nuove generazioni. Durante il simposio sono state dimostrate le misure prese dalla Repubblica Ceca per tentare l’eradicazione: blocco della zona infetta mediante recinzioni elettrificate, ricerca e rimozione delle carcasse in maniera sicura, abbattimento del maggior numero possibile di animali nella zona infetta facendo uso di tiratori scelti della polizia opportunamente addestrati. Tutti gli animali trovati morti o uccisi sono poi inceneriti. Il metodo ha avuto un parziale successo. L’epidemia è rimasta circoscritta anche se ci sono stati casi all’esterno della zona recintata.
Un problema che è stato evidenziato è che il terreno su cui giace la carcassa viene disinfettato ma non rimosso. La squadra di rimozione è costituita da personale specializzato che cerca di eliminare ogni possibilità di contaminazione. In una situazione del genere è necessario che coloro che ricercano le carcasse non si avvicinino all’animale. Una delle novità è stata la presentazione di un vaccino per l’eradicazione dell’ASF che sembra funzionare ma al momento è stato testato solo in condizioni di laboratorio. Sarebbe molto utile organizzare una rete di rilevatori (cacciatori, agricoltori, tecnici faunistici, naturalisti ex- polizia provinciale, carabinieri forestali, ecc) che riportino la presenza di carcasse di cinghiale che potrebbero essere campionate.