Pier Marino Canti, numero uno della Federazione Sanmarinese della Caccia, è intervenuto nelle ultime ore per replicare all’articolo in cui sono state riportate le dichiarazioni dell’APAS, l’associazione del Titano che si occupa della protezione animale. Nel pezzo, gli animalisti hanno parlato della caccia al cinghiale come di una pratica crudele, pericolosa e inutile. L’associazione venatoria ha spiegato di rispettare chi ha idee diverse, ma che comunque la sicurezza è uno dei principi fondamentali di questo prelievo venatorio, visto che si usano munizioni ben precise in riferimento alla biologia dei selvatici.
I cacciatori, inoltre, devono aver superato un esame specifico per ottenere l’abilitazione e che prevede lezioni dedicate al maneggio delle armi e delle stesse munizioni. Canti, poi, ha rimarcato l’aumento degli incidenti stradali causati dagli ungulati, un aspetto spesso dimenticato e ignorato. Un’altra accusa dell’APAS è stata quella secondo cui la girata e la selezione servano ad accontentare i cacciatori più “raffinati”, mentre invece sono utili a garantire una gestione migliore nelle zone in cui la braccata non è possibile.
Secondo la federazione venatoria della piccola repubblica, l’aumento dei cinghiali è dovuto alla incredibile riproduzione e all’abbondanza di risorse trofiche, dunque la caccia deve essere esclusa da questo elenco. La caccia sanmarinese al cinghiale dura meno rispetto alle zone che confinano con il territorio: la braccata è possibile solamente in due giorni fissi la settimana, vale a dire il mercoledì e il sabato, oltre che in orari predeterminati.