E la segnalazione è arrivata anche a noi cacciatori. Mi hanno chiamato ed insieme ad un socio della riserva alpina siamo saliti in Valsalega con un pick-up. Quando siamo arrivati era presente anche la forestale. Abbiamo caricato la cerva nel pick-up e l’abbiamo trasportata nella stalla di un allevatore. Abbiamo capito subito che aveva dei problemi causati dall’urto contro la macchina, ma non sapevamo cosa. L’abbiamo adagiata sulla paglia e nella stalla ha trascorso tutta la notte. Quando intorno alle 8 di martedì sono passato a vedere se era viva, l’ho trovata sveglia. Ho quindi chiamato la polizia provinciale e il veterinario che l’ha visitata e l’ha lasciata andare. Abbiamo poi saputo che aveva subito un trauma cranico». Qualcuno aveva anche ipotizzato di abbattere la cerva ferita, ma i cacciatori non hanno voluto.
«Ci abbiamo creduto subito che non era da abbattere. Ci descrivono come persone che sparano solo, invece facciamo diverse attività nell’arco dell’anno per tutelare la biodiversità del nostro territorio. Ad esempio – prosegue Antonioli – la nostra caccia al cervo è una caccia di selezione programmata dalla Provincia». Per questa stagione di caccia, i capi che i soci della riserva alpina di Fregona potranno abbattere sono 30. Al momento sono stati uccisi 12 cervi. «Quest’anno la caccia non è così facile, i cervi sono calati di numero – spiega il presidente -. Manca la neve: non escono dalla piana e non scendono alla ricerca di cibo. Già in primavera, nel corso delle nostre attività di censimento, ci eravamo resi conto che erano calati di numero». (Il Gazzettino).