La Regione Marche ha recentemente approvato con D.G.R. n. 669/2019 del 3 giugno 2019 il nuovo Regolamento per il Risarcimento dei danni alla fauna selvatica in attuazione della modifica legislativa del dicembre 2016, che aveva abrogato il Fondo Regionale per i risarcimenti dei danni alle produzioni agricole assegnando tale funzione esclusiva agli Ambiti Territoriali di Caccia con le quote dei propri soci cacciatori, senza condividerlo con gli stessi e le Associazioni Venatorie Regionali.
Tale Fondo è previsto dalla normativa nazionale a Legge 157/92 proprio a tutela delle produzioni agricole e il suo venir meno, demandando deliberatamente tale incombenza agli A.T.C., Ambiti Territoriali di Caccia, cioè ad Associazioni private gestite in maniera volontaristica, che si sorreggono grazie a quote associative che derivano esclusivamente dai singoli cacciatori, mette a rischio la sostenibilità del sistema della gestione faunistica regionale. Infatti, anche alla luce della Sentenza della corte Costituzionale 139 del 14 giugno 2017 la quale non consente più ai cacciatori di partecipare alle operazioni di controllo faunistico, in primis al cinghiale, i danni alle colture stanno aumentando in tutta la Regione, nonostante gli agricoltori, in base alle D.G.R. 645 del 17/05/2018 e D.G.R. 1969 del 8/11/ 2018, possono praticare l’ “autodifesa” o controllo selettivo compresa la cattura tramite trappole o chiusini.
Pertanto riteniamo che il ripristino del Fondo Regionale per il pagamento dei danni alle produzioni agricole, così come previsto in tutte le Regioni Italiane, attribuisca maggiori “garanzie” al mondo agricolo, in quanto le tasse di concessione regionale, pagate dai cacciatori marchigiani sono ampiamente sufficienti a tale scopo. Mentre, il regolamento per il risarcimento dei danni approvato oltre ad essere palesemente in contrasto con la Sentenza del Consiglio di Stato n. 394/2019 risulta essere “inapplicabile” in più parti: una su tutte quella relativa al pagamento dei danni dopo 90 giorni con relativi interessi di mora e ulteriori penalizzazioni, costringerà inevitabilmente gli Ambiti ad aumentare le proprie quote di iscrizione penalizzando ulteriormente i cacciatori marchigiani. L’attuale situazione pone le basi per un’assoluta mancanza di garanzie future per le imprese agricole, che in breve tempo non avranno alcuna tutela per le proprie produzioni. Contemporaneamente vengono meno i presupposti per la principale finalità che hanno gli organi dello Stato, quindi la Regione, e cioè la conservazione e la tutela del bene collettivo che è la Fauna selvatica.
È quindi necessario che venga rimesso nei giusti binari l’intero sistema, abolendo le anomalie di legge che oggi caratterizzano la gestione della fauna nelle Marche. Soltanto con adeguati strumenti normativi ed equilibrate risorse economiche e strutturali si potrà assicurare un doveroso futuro alla conservazione della Fauna, si potranno garantire le giuste soluzioni alle inevitabili problematiche che la fauna determina, nonché si potrà consentire una caccia sostenibile, attualizzata e degna della nobiltà che ha dimostrato di meritare. Per questi motivi chiediamo alla Regione Marche il ritiro di tale Regolamento e contestuale modifica normativa con ripristino e gestione diretta del Fondo Regionale come previsto dall’art. 26 della Legge n. 157/92, in difetto, ritireremo tutti i nostri componenti presso i Comitati di Gestione degli Ambiti Territoriali di Caccia.