Come annunciato da qualche giorno, l’Associazione Cacciatori Lombardi ha organizzato la propria protesta a Milano, per la precisione di fronte alla sede della Regione. Si è trattato di una manifestazione che ha avuto anche un “bersaglio” preciso, l’assessore regionale all’Agricoltura, Gianni Fava. Lo striscione esposto davanti all’ingresso del Consiglio Regionale mostrava una frase eloquente: “I cacciatori votano, gli animali no”.
Il riferimento alle vicende degli ultimi mesi è evidente, in quanto il mondo venatorio ha ribadito più volte che il suo voto dipenderà dalle scelte politiche (non solo in territorio lombardo). Hanno partecipato anche i rappresentanti di altre associazioni venatorie, vale a dire l’ANUUMigratoristi, Enalcaccia, Libera Caccia. Carlo Bravo, numero uno di ACL, era in prima fila e sono state avanzate diverse richieste.
In particolare, i cacciatori lombardi hanno protestato per choedere la riapertura dei roccoli, il ripristino della caccia in deroga per quel che riguarda i fringuelli, le peppole e gli storni, oltre alla necessità di eliminare la segnatura immediata dopo l’abbattimento della selvaggina migratoria. L’obiettivo è quello di far tornare la segnatura dei capi alla fine della giornata di caccia.