Pietro Casasole, presidente provinciale di Acquapendente (provincia di Viterbo) dell’associazione Caccia Sviluppo e Territorio, ha espresso tutta la propria contrarietà nei confronti del comportamento riservato ai cacciatori laziali. Secondo Casasole, ci sarebbe una evidente penalizzazione rispetto alle altre regioni, visto che gli altri calendari consentono una pratica venatoria molto ampia e diverse specie cacciabili. Il presidente ha puntato il dito contro la pubblicazione del calendario laziale, la quale doveva avvenire entro il 16 giugno.
I tempi non sono stati rispettati e la proposta della caccia al colombaccio in pre-apertura si è rivelata una semplice propaganda elettorale. I cacciatori sono stati accontentati per quel che riguarda questa specie, anche se il prelievo non riguarda la pre-apertura per il 95% del totale. Casasole si è poi rivolto all’Assessorato Regionale all’Agricoltura per chiedere una riduzione delle tasse dagli attuali 173,16 euro fino a quota 32,65.
Lo “sconto” servirebbe a compensare la disparità riservata ai cacciatori laziali. Inoltre non andrebbe dimenticata la proposta di cambiare il carniere dei cacciatori specialisti, passando da 10 a 20 allodole giornaliere e portando il totale di abbattimenti annui a quota 100 (invece che 50). Caccia Sviluppo e Territorio ha apprezzato il mancato recepimento da parte della Regione, altrimenti sarebbero stati necessari corsi faunistici speciali a pagamento. La conclusione è amara: “Si è aperta la caccia al portafogli del cacciatore”.