La sezione di Rimini dell’Associazione Nazionale Libera Caccia non vuole rassegnarsi a una delle ultime ordinanze che ha di fatto proibito ai cacciatori di svolgere attività venatoria nei pressi del fiume Marecchia. Il presidente provinciale, Nevio Canaletti, ha espresso il proprio stato d’animo, ricordando come i cacciatori riminesi siano ora costretti a subire un disagio pesante. Il provvedimento è stato adottato circa un mese fa e ha ufficializzato il divieto di spari a una distanza inferiore a 50 metri dal percorso storico naturalistico lungo il fiume appena ricordato.
L’obiettivo è quello di tutelare le persone che si trovano a passare lungo il sentiero e la pista ciclabile, evitando che i colpi siano troppo vicini e pericolosi. Canaletti ha dunque preteso il risarcimento per il mese di licenza venatoria che è già stato pagato e che non potrà essere sfruttato come previsto.
Il Marecchia nasce in Toscana, per la precisione nel comune di Badia Tedalda (in provincia di Arezzo), nei pressi dell’Appennino Tosco Romagnolo. Il corso è di circa 70 chilometri e si sviluppa quasi totalmente nella regione storica della Romagna, arrivando fino a Rimini per sfociare nel Mar Adriatico. Ora si attende un riscontro del comune alla presa di posizione di ANLC.