Mentre la delicata trattativa è in corso, “Salviamo l’Orso” sparla contro, dando giudizi negativi, animata come sempre dall’odio preconcetto per la caccia. È evidente che punta a sabotare i lavori con le complicità delle burocrazie anticaccia presenti nel Parco e nei vari Enti Pubblici. Mirano a far fallire questa mediazione per raggiungere l’obiettivo finale della chiusura totale della caccia nel versante laziale del Parco e dell’ampliamento dello stesso.
Mentono sfacciatamente quando le loro pretese per salvare l’orso, mai minacciato dalla caccia legale, le avanzano solo per il versante laziale e non per le Aree contigue dell’Abruzzo e del Molise, dove è consentita la possibilità di cacciare a tutti i residenti nelle rispettive Regioni, come è giusto che sia secondo le vigenti norme. Una sfacciata faziosità animata da alcune sentenze che, contrariamente alle loro affermazioni, tendono invece a creare un assetto definitivo degli interessi in campo, non solo della caccia, rappresentati dai Comuni, unici sovrani dei loro territori.
Vogliono addirittura spaventare allevatori ed agricoltori con un fantasioso pericolo della perdita dei risarcimenti per i danni subiti, quando invece essi sono garantiti sempre, indipendentemente dall’Area contigua e tutelati dalla legge che dichiara specie particolarmente protette proprio quelle presenti nel Parco d’Abruzzo. Stante la consapevolezza di dover gestire un territorio ad ampia vocazione agricola e turistica, con annesso il valore ambientale di inestimabile pregio, considerando il PNALM quale valore aggiunto e non quale ostacolo geografico da limitare, in particolare per la tutela e conservazione delle specie animali autoctone protette, nello specifico l’Orso Bruno Marsicana, si palesa la volontà comune di procedere con l’istituzione di una zona contigua così come proposta dai Sindaci limitrofi al PNALM.
In ultimo rimarchiamo con forza l’importante sforzo volitivo del Presidente del Consiglio della Regione Lazio Mauro Buschini, insieme agli amministratori locali, per omogeneizzare le rispettive esigenze al fine di garantire l’attività turistico venatoria in conformità con la legislazione vigente in materia consentendo, come già avviene nelle regioni limitrofe di Abruzzo e Molise, l’attività di caccia programmata anche nei confronti di esercenti non residenti nei comuni interessati, nel fermo e pieno rispetto delle specie animali presenti sia per il contenimento della specie, nel caso degli ungulati, sia per la protezione dell’Orso Bruno Marsicano.”