Non solo, sempre secondo il rappresentante di Legambiente, la presunta inefficienza di Atc e Ca in provincia di Brescia dipende dal fatto che in passato “associazioni agricole e istituzioni hanno troppo delegato a rappresentarli nei comitati di gestione rappresentanti delle associazioni venatorie”. Francamente dipingere il mondo venatorio come un’accozzaglia di incapaci e di persone da spremere a noi non sta bene. I rappresentanti delle associazioni venatorie e agricole hanno sempre lavorato con impegno e dedizione mentre il contributo di una parte del mondo ambientalista legato alle frange più animaliste è stato pressoché nullo. L’arroganza di chi pensa di detenere il sacro dono dell’intelligenza è destinata ad infrangersi contro il muro dell’onestà dei cacciatori, supportata anche dai recenti risultati elettorali bresciani.
Se le istituzioni locali in passato hanno ascoltato le istanze del mondo venatorio, lo hanno fatto perché le stesse testimoniavano reali esigenze del territorio. Il problema cinghiale non si risolverà con le parole di Legambiente così come quello delle nutrie e tanto meno quello della riqualificazione degli habitat. Solamente la collaborazione tra agricoltori e cacciatori può dare frutti perché basata sui fatti e non sulle teorie. Abbiamo fiducia in Regione Lombardia e auspichiamo un repentino Commissariamento dell’ Atc Unico di Brescia per poter dare poi vita ad un nuovo Comitato di Gestione, serio ed operativo e non più popolato da sapienti giuristi, teorici ed inefficienti.