L’edizione 2018 di “Caccia, Pesca e Natura” di Longarone è cominciata e i cacciatori bellunesi hanno rivendicato il loro ruolo con grande orgoglio. Oltre all’esposizione dei migliori trofei dell’ultima annata, le doppiete venete hanno spiegato come si sentano sempre più “sentinelle dell’ambiente”. I cacciatori di questa provincia sono meno di 3mila (2800 per la precisione), un calo determinato soprattutto dall’età anagrafica.
Ciò nonostante, i rappresentanti hanno stilato un interessante bilancio della stagione appena trascorsa. In particolare, è stato ricordato lo scientifico piano di abbattimento basato sui censimenti della Provincia e i 32mila ungulati presenti nel territorio nel 2017. Gli abbattimenti potevano riguardare meno di 6mila capi, numero impossibile da raggiungere in termini concreti. I cacciatori bellunesi stanno inoltre chiedendo una diversa gestione ambientale per non ripetere gli ultimi errori: la politica, ad esempio, ha deciso di vietare la caccia in determinate zone, agevolando l’aumento dei cervi e la sparizione del gallo forcello.
La Riserva di Ospitale ha parlato di un livello molto alto per quel che riguarda queste doppiette, come ben testimoniato dal corso di formazione completo che deve essere svolto e che è obbligatorio per alcune specie. L’ultima richiesta ha riguardato il ritorno alla Provincia di Belluno delle competenze venatorie dopo l’ottima esperienza degli anni passati.