Arci Caccia Teramo ritiene tutto questo inaccettabile, nella speranza che Pepe intervenga rapidamente, ricordando che la Regione Abruzzo è un ente di controllo. Il presidente è convinto che la politica attuata finora fare finire la caccia nel baratro, relegando lo stesso Abruzzo a una zona del terzo mondo.
Nella lettera si legge anche come le tasse pagate dai cacciatori abruzzesi siano le stesse dei cacciatori marchigiani, umbri, laziali e via dicendo, ma il calendario risulta molto più restrittivo. Sordini non ha dimenticato le prescrizioni tolte lo scorso anno, una decisione che ha portato alla sospensiva e che ancora viene “pagata” a caro prezzo. In caso di mancate risposte l’associazione venatoria è pronta a ricorrere alla magistratura per apprendere una volta per tutte la verità.