In questo strano paese, si sa, davvero tutto può accadere. Quasi sempre la soluzione dei problemi sfocia in estemporanee derive demagogiche; si scelgono le scorciatoie, si pensa di intervenire su fenomeni che andrebbero affrontati nella loro complessità e come frutto di molteplici criticità, per fornire ricette miracolose e risolutorie da dare in pasto al politico di turno e ad una opinione pubblica distratta e priva di una corretta informazione. Sui temi legati alla gestione della fauna selvatica, del contenimento degli ungulati selvatici e dei danni prodotti, in particolare dal Cinghiale, da tempo assistiamo ad una lunga serie di valutazioni e proposte che francamente ci lasciano perplessi. L’ultima è quella presentata di recente dal Movimento 5 Stelle in Commissione Agricoltura della Camera dei deputati, a firma dell’onorevole Filippo Gallinella.
Per il Movimento 5 Stelle la soluzione ai danni ed agli incidenti stradali è a portata di mano. Basterebbe istituire la figura del “navigator” dei Cinghiali, o meglio istituire un piccolo esercito di “Rangers” formati e pagati dal Ministero (con soldi pubblici), per garantire i contenimenti ed il controllo faunistico. Professionisti selezionati e stipendiati, che andrebbero a sostituire ciò che oggi, migliaia di cacciatori, in maniera volontaria, stanno facendo per gli interventi in prevenzione e contenimento su migliaia di ettari di territorio.
E così, anziché potenziare questi interventi sburocratizzando lo svolgimento delle azioni di contenimento sul territorio a caccia programmata, e soprattutto nelle aree protette (spesso fonte di proliferazione e rifugio del Cinghiale), anziché battersi per riformare la 157/92, prevedendo specifiche norme sulla gestione degli ungulati, rafforzando il ruolo e l’autonomia delle regioni e degli ATC nelle azioni di prevenzione e contenimento, si pensa di risolvere il problema con qualche centinaio di ausiliari sparatori sparsi nel territorio italiano. Il risultato è ampiamente prevedibile! Soldi spesi inutilmente, numeri irrisori di prelievo, disimpegno totale dei cacciatori su questi problemi. La cosa che ci lascia ulteriormente perplessi è che proposte come questa sembrano essere ben viste, e pare anche sollecitate, da alcune organizzazioni del mondo agricolo.
A parere della Confederazione Cacciatori Toscani, pensare oggi di gestire una situazione così complessa, senza il coinvolgimento dei cacciatori e del mondo venatorio, non porterà sicuramente a risultati apprezzabili, con il rischio di produrre un vero e proprio boomerang anche per le aziende agricole. Come in più occasioni ribadito, occorrerebbe al contrario ripristinare le maglie dell’intesa e considerare i cacciatori come una risorsa su cui fare affidamento in un quadro di semplificazione legislativa. Mondo venatorio, istituzioni e mondo agricolo, dovrebbero battersi unitariamente per sollecitare una urgente soluzione legislativa in Parlamento. Un provvedimento legislativo che superi i limiti della 157/92 fornendo tutti gli strumenti necessari per gli interventi di contenimento da attuare attraverso gli Ambiti Territoriali di Caccia.