Grazie alla cortesia del Dr. Adinolfi, titolare della Fulpa, abbiamo provato un recente prodotto della giapponese Howa di cui l’azienda di Monza cura l’importazione e la distribuzione in Italia: i doverosi e sentiti ringraziamenti vanno anche all’armeria Fiorentino di Chivasso (TO) che ci ha messo a disposizione l’arma dotata di ottica Yukon Jaeger. Già abbiamo avuto modo di provare altri prodotti della storica Casa nipponica, conta oramai 111 anni di attività, sempre condotti con quell’attenzione maniacale all’insieme come al dettaglio propria dello spirito degli operatori del Sol Levante: in ogni situazione abbiamo verificato e apprezzato la tecnica e l’esecuzione che si traducono poi in eccellenti risultati sul bancone di tiro. Osserviamo quindi questo sostanzioso fucile rigato.
La progettazione si è posta quale obiettivo una quotazione competitiva per il mercato nordamericano e il traguardo è raggiunto con un insieme di tecnica e di lavorazioni superiore a quanto ci si possa attendere da tale livello. Alcuni elementi del Mod. 1500 rivelano il prosieguo di realtà consolidate e di successo presenti nei Remington Mod. 700: si apprezza ovviamente tale scelta che fornisce da molti decenni risultati di tutto rispetto. La struttura cilindrica del castello offre la giusta rigidità insieme a un’esecuzione lineare e di costo contenuto: all’anello tondo anteriore fa riscontro il robusto ponte posteriore a due diametri e fra i due elementi apicali intercorrono i fianchi di notevole spessore. Nell’anello sono praticate le mortise per le due alette di chiusura e la filettatura in cui si avvita la canna, sulle calotte sono presenti i grani filettati per il montaggio dell’ottica secondo le specifiche Remington per cui il mercato offre con dovizia basi e anelli di tipo e quotazioni diverse. Sul fianco destro è praticata la finestra di espulsione con dimensioni tali da rendere pratica e spedita ogni manovra senza tuttavia sottrarre troppo materiale utile ai fini della rigidità del complesso, all’interno sono realizzate le fresature di scorrimento delle alette con quella destra dotata di una nervatura di guida e scorrimento così da impedire sbandamenti nella corsa dell’otturatore che ne risulta velocizzata e lineare. Il prisma di scarico delle forze viene ottenuto per fresatura dal blocco dell’anello, senza soluzioni di continuità e, al suo interno, reca la filettatura per la brugola anteriore di giunzione fra meccanica e calciatura: scelta un po’ più costosa, ma sicuramente molto pregevole tecnicamente.
L’otturatore è ottenuto da un massello di acciaio legato tramite lavorazioni all’utensile: presenta un corpo cilindrico e le classiche due alette in testa contrapposte, arretrate di un paio di millimetri dalla faccia, a sua volta ribassata, in cui appaiono il foro rettificato del percussore, il nottolino elastico dell’espulsore e l’unghia di estrazione con la base a lamina, mutuata dal nostro fucile Mod. 91, e l’unghia con buon arco di aggancio e affidabile robustezza. Nella zona posteriore si apprezza il manubrio dalle linee personali e caratterizzate con il braccetto a sezione prismatica e poi tonda, dalla parte superiore smussata per non avvicinarsi troppo all’ottica, la nocca a pera tondeggiante di comodo impiego, il profilo dell’anello di base che, a otturatore chiuso, occlude lo spazio dietro al ponte posteriore: anche il tappo apicale copia tale profilo rivelando attenzione pure nei minimi particolari. Al centro sporge il tondino del codolo del percussore segnalando la meccanica armata. Per gli appassionati di quella tecnica esaltata dagli storici Mauser K 98 segnaliamo come otturatore e manubrio vengano ricavati da un blocco unico: le cose si possono eseguire in modi diversi, magari senza scapitare nella resa, ma questa prassi possiede un suo perché come l’orologio meccanico che fa tic tac mentre gli altri no. Premendo un piccolo tasto il lamiera sagomata, sporgente a sinistra del codolo all’apice del castello, si può sfilare l’otturatore.
La destinazione d’uso impone il montaggio flottante della canna e dimensioni ragguardevoli con una sezione cilindrica a leggera conicità culminante in volata nel diametro pari a 21 mm su una lunghezza di 61 cm, in teoria un poco ridotta per spremere al meglio le potenzialità velocitarie e quindi energetiche della cartuccia .300 Win. Mag., in pratica ininfluente visto il caricamento con propellente vivace e i risultati del cronografo, il tutto adeguato ai fini della costanza di tiro e della precisione. Di certo il regime vibratorio e la dissipazione del calore sono ben studiati come evidenziano le prove di tiro. La rigatura a sei principi destrorsi con il classico passo di 1:10”, realizzata con la camera di cartuccia secondo il procedimento della rotomartellatura, presenta superfici lucidate a specchio e spigoli vivi: l’ottima esecuzione rende bossoli privi di ogni difetto susseguente allo sparo. L’egresso delle nervature risulta protetto da un ribasso cilindro conico su cui la regolare stella di annerimento sta ad indicare un lavoro di alto livello. A corollario di quanto evidenziato segnaliamo come la ditta sia tuttora fornitrice di elezione presso diversi fabbricanti per le canne rigate con qualità certificata dal sistema ISO 9001.
Il pacchetto di scatto avvitato sotto al castello include il ponte e la guardia con la piastra di base incassata nella calciatura: qui si trova la seconda brugola per la giunzione fra le due componenti dell’arma. L’ampio grilletto rigato, anch’esso in acciaio, consente di padroneggiare lo scatto dalle elevate potenzialità detto HACT Match in cui una precorsa ridotta porta al punto di pressione per lo sgancio che avviene pulitamente e senza la minima contrarietà applicando una trazione di circa 1490 g, con scarti entro gli 80 g quindi con apprezzabile costanza. Portando tale valore di scatto intorno ai 900 g si sarebbe ulteriormente favoriti, ma anche così i risultati non sono certo mancati, merito appunto della costanza e della nitidezza. La sicura viene azionata da una levetta posta a destra del castello, dietro al manubrio dell’otturatore: tutto perfetto tranne uno spessore limitato poco gradito al pollice. Per il resto questo determinante particolare offre solo fattori positivi come la silenziosità a prova di orecchio di cervo, la facilità di azionamento quando si è in punteria, la tranquillità offerta dalle tre posizioni per cui si scarrella estraendo la cartuccia camerata senza pericoli o affanni, oppure procedendo nel cammino con percussore, manubrio e scatto bloccati in completa affidabilità. Il caricatore fisso da 3 colpi consta dello scatolato in lamiera incassato nel fusto entro cui scorre la suola elevatrice mossa dalla molla a W incastrata nel fondello sagomato su cui campeggia il marchio aziendale: un tastino posto nel rebbio anteriore della guardia e un perno interno consentono l’apertura per un rapido prelievo delle cartucce non utilizzate.
La rigatura è un parte di cospicua responsabilità per raggiungere certi risultati, ma la calciatura non le è da meno: qui la Casa ha scelto con molta oculatezza una soluzione della Hogues, l’azienda statunitense specializzata in tali componenti che ha dalla sua una tecnologia di qualità superiore e un’estesa produzione che consente di limitare i prezzi di vendita su valori decisamente accessibili. Il tutto per la gioia degli appassionati. L’allestimento, spiegato in termini assai ridotti, vede un guscio in sintetico entro cui si cala un’intelaiatura in fibra di vetro che funziona, sempre semplificando il ragionamento, da bedding integrale. I risultati son lì a dimostrare come il complesso funzioni e anche molto bene. Le linee classiche codificate per il tiro vedono asse dritto con nasello e dorso alti per posizionare adeguatamente l’occhio nel cannocchiale, pistola ampia e di media arcuatura con sezione allargata verso la coccia per una stabile postura della mano forte, fusto largo e piano per stabile appoggio sul treppiede del poligono o sullo zaino: il peso del fucile senza accessori pari a 3,610 kg permette ancora un tiro a sbraccio, capitano anche queste evenienze, utilizzando la sezione dell’astina per stringere con la mano debole e indirizzare opportunamente il colpo: le superfici di presa sono costellate da papille antiscivolo di grande efficacia e il calciolo in gomma morbida, ad alto assorbimento di energia, stabilizza il contatto con la spalla attutendo il rinculo. Per terminare osserviamo la disponibilità dei due pioli a cui agganciare le magliette porta cinghia.
Nella giornata trascorsa al poligono di Carrù (CN) abbiamo trovato un clima favorevole con poco vento, fresco e aria tersa. Sistemati sul bancone apprezziamo l’ottica Yukon Jaeger 3-12×56 con reticolo balistico e scatti da ¼ di MOA, senza la correzione della parallasse: non se ne sentirà la mancanza, ma la messa a fuoco andrà rivista al variare degli ingrandimenti, fattore da tenere presente sul terreno di caccia. La terza torretta regola l’illuminazione che al nostro occhio procura solo fastidio: la teniamo spenta.
Proviamo le cartucce Winchester Super-X con tradizionale palla Soft Point sia nella versione da 150 grs che in quella da 180 grs: apprezziamo come tutto sia ben aggiustato per fornire piacevolezza nei vari movimenti inserendo le cartucce nel serbatoio, manovrando l’otturatore, ponendoci in punteria. Dello scatto abbiamo già dato le note tecniche e qui valutiamo positivamente la resa sul campo: a 100 m le palle da 150 grs danno una rosata di tre colpi in 20 mm, quelle da 180 con una prima rosata da 24 mm, una seconda da 16 e una terza da 19 mm utili anche per verificare una V/3 media pari a 912 m/sec, che non è certo poco.
Passiamo ai 300 metri senza curarci di effettuare la nuova centratura, interessati alla verifica della rosata specialmente con la palla da 180 grs, la più adeguata al calibro e alle finalità del fucile: primo colpo un poco in alto a destra, secondo appena più basso e terzo, nel foro del secondo con evidenti difficoltà nel determinarlo nel lungo. La misura fra i centri dà 11 mm cioè 0,13 di MOA: di sicuro era giornata buona anche per il tiratore, ma evidentemente la lunga distanza è padroneggiata al meglio dalla terna fucile, cartuccia e ottica. Le soddisfazioni possono assumere l’aspetto di piccoli fori vicinissimi nel cartoncino di un bersaglio e i mezzi come questo Howa Varminter Hogues, insieme all’ottica Yukon e alle sempre affidabili cartucce Winchester Super-X, ne consentono il raggiungimento.
Un grazie al Dr. Adinolfi della ditta Fulpa di Monza (www.adinolfi.com),ai titolari dell’Armeria Fiorentino di Chivasso (TO) (011 910 1346 – [email protected]), a Giorgio Rosso e a Kevin Ballauri del poligono di Carrù (347 96 92 677) per la cortesia e la disponibilità che ci hanno consentito lo svolgimento della prova.
Scheda tecnica
Costruttore: Howa Precision Rifles & Barreled Actions per Legacy Sports International – Reno – Nevada (USA)
Distributore: Adinolfi (Gruppo Fulpa) Monza – www.adinolfi.com
Modello: 1500 Varminter Hogue
Tipo: carabina a otturatore girevole scorrevole a ripetizione ordinaria
Castello: anello e ponticello chiusi; misura lunga
Otturatore: a due alette in testa con chiusura nel castello – cilindro e manubrio integrali
Canna: in acciaio al carbonio – profilo cilindro conico – lunga 61 cm – 6 righe passo 1/10”
Percussione: percussore interno all’otturatore con molla elicoidale
Alimentazione: magazzino fisso con coperchio pivotante – cartucce 3+1
Congegno di scatto: HACT a due tempi con grilletto singolo e peso regolabile
Estrattore: a gancio con molla a lamina
Espulsore: con bottone elastico nella testa dell’otturatore
Linea di mira: non prevista – 4 fori filettati sul castello per basi ottica
Sicurezza: tastino zigrinato a tre posizioni sulla destra del castello
Calciatura: Hogue con intelaiatura interna in fibra di vetro inserita nel pezzo unico esterno in sintetico colore verde – impugnatura a pistola – calciolo in gomma morbida – pioli per magliette
Finiture: brunitura delle parti metalliche
Peso: 3610 g circa senza attacchi e ottica
Calibro: .300 Win. Mag.
Ottica: Yukon Jaeger 3-12×56 con punto illuminabile e torrette dotate di riferimenti graduati interni e click da 1/4 di MOA
Distributore: Adinolfi (Gruppo Fulpa) – www.adinolfi.com