Mancano due settimane esatte all’inizio dell’HIT Show di Vicenza, l’edizione 2016 della prestigiosa manifestazione che è anche il principale appuntamento italiano di riferimento per il settore delle armi e munizioni sportive e civili, delle attrezzature e degli accessori dedicati al mondo outdoor, caccia, tiro sportivo e utilizzo personale. Nel corso della prima giornata, quella del prossimo 13 febbraio, ci sarà uno degli eventi più interessanti e che riguarda da vicino proprio la caccia, cioè la tavola rotonda che è stata organizzata dalla Fiera di Vicenza e da CIC Italia (Consiglio Internazionale della Caccia). La discussione avrà per titolo “Associazioni venatorie: il dover di agire e di comunicare” e parteciperanno personalità molto importanti.
Si tratta di Renata Briano, vicepresidente dell’Intergruppo del Parlamento Europeo “Biodiversità, Caccia, Attività rurali”, ma ci saranno anche l’onorevole Michl Ebner, editore e numero uno di FACE (Federazione delle associazioni di caccia e di conservazione dell’Unione Europea), il dottor Bernard Lozé, presidente del CIC e dell’avvocato Nicola Perrotti, presidente del Comitato Nazionale Caccia e Natura (CNCN).
Il dibattito verrà preceduto dai saluti di Matteo Marzotto, presidente di Fiera di Vicenza, senza dimenticare l’introduzione di Massimo Marracci, segretario generale del CIC Italia, il quale svolgerà anche il ruolo di moderatore. Dopo gli interventi dei vari relatori, la conclusione della tavola rotonda verrà affidata a Giovanni Bana, il capo-delegazione del CIC Italia. La lingua francese dei relatori verranno tradotta simultaneamente dallo stesso moderatore. Quello della comunicazione venatoria è un tema attuale come non mai, una questione che ha tenuto banco anche l’anno scorso, come ben testimoniato dal titolo della tavola rotonda della quarta Rassegna Provinciale di gestione faunistica venatoria tenutasi a Clusone (Bergamo) nel 2015.
In quel caso si parlò di comunicazione venatoria e dell’immagine del cacciatore, con l’obiettivo di trovare nuovi sbocchi, imposti da una opinione pubblica che non è favorevole alla caccia (nonostante il calo di italiani contrari, come sottolineato dal Rapporto Eurispes del 2016). Il cuore di queste discussioni fa spesso riferimento alla necessità di far capire all’esterno che i cacciatori sono rispettosi della natura e che non agiscono soltanto per prelevare ma anche per costruire, attraverso i piani di ripopolamento, gli studi e i censimenti della fauna selvatica.