Per cominciare riteniamo doveroso un grazie agli amici Lorenzo Verra, titolare della Tenuta Bonicelli di Ceresole d’Alba (CN) e di Johnny Consaga suo braccio destro, armato e operativo, in ogni branca della Natura: dall’agricoltura all’allevamento, dalla caccia all’addestramento dei cani. La consueta amabile accoglienza ha permesso a Roby Mecca di operare sul campo con riprese e fotografie dove ai selvatici è stato riservato il ruolo primario: ben tre gli apparecchi da provare e qui il grazie va al nuovo amico Mauro Spozio, BDM italia di HikMicro. Questa Casa cinese già dal primo contatto di alcuni mesi addietro ha mostrato gli intendimenti che ha: prodotti di alto livello tecnologico, in alcuni casi con soluzioni e rendimenti di vertice, offerti a quotazioni interessanti nell’ambito internazionale del settore.
Già dalla presentazione dei prodotti e dal loro imballaggio di trasporto si capisce come non si tratti di faccende estemporanee, ma di soluzioni di alto profilo; parimenti osservare il ragguardevole catalogo, in italiano ohibò, chiarisce molte cose. Una breve scala temporale dice come nel 2008 il Gruppo investa nella ricerca della tecnologia termica: nel 2010 è operativa la prima termo camera, nel 2016 viene fondata la HikMicro che dispone di un catalogo completo di prodotti per la visione termica con immagini, algoritmi e intelligenza completamente ottimizzati.
Nel 2018 il balzo qualitativo con i sensori 17µ 384×288 / 640×512 funzionali per apparecchi termografici portatili. Nel 2019 viene prodotto il sensore 17µ 160×120 adatto a impianti particolari come la difesa perimetrale a breve raggio o per prevenire gli incendi interni. Nel 2020 arrivano sul mercato altri sensori da 12µ 256×192 / 384×288 / 640×512: il potente sensore V0x 12µ garantisce immagini dettagliate e chiare per un’esperienza completamente nuova nell’osservazione. E’ dello scorso 2021 poi il sensore 12µ 1280×1024: questi determinanti particolari tecnici, prodotti direttamente da HikMicro vengono ampiamente utilizzati nel campo della termografia.
I tre visori messi alla prova
Mauro ha scelto tre diversi prodotti differenziati da costo e prestazioni per rendere immediatamente disponibile nella mente dell’utilizzatore una scala di proposte e valutazioni in base ai valori in gioco e agli obiettivi che dall’esperienza il supposto acquirente si porrà dinnanzi. Una scelta funzione sempre ovviamente della quotazione e del rendimento sul campo.
La serie Linx Pro vanta come prerogativa di partenza le dimensioni compatte e quindi il facile trasporto: sta comodamente e senza infastidire in una tasca del giaccone o della cacciatora. Si dispone di ben 10 ore di utilizzo continuativo grazie alla tecnologia di funzionamento a basso consumo e una perfetta e dettagliata definizione del bersaglio anche nel buio totale grazie al sensore V0x 12µ con NETD<35MK. La messa a fuoco manuale consente anche a chi porta le lenti di ottimizzare l’immagine sul proprio visus. C’è ancora d’altro: smartphone e tablet grazie al modulo Wi-Fi integrato e all’App T-Vision possono trasformarsi, come qualsiasi altro dispositivo, in un secondo display. L’utente potrà avvalersi del controllo remoto sistemando le impostazioni e aggiornando il firmware. Le immagini registrate potranno venir caricate direttamente sui social media.
Nella gamma Linx Pro è stato scelto il Mod. HM-LH15, una buona scelta di avvio per osservazione che coniuga quotazione, portabilità e resa proporzionale. Una costante dei modelli in uso nella nostra uscita alla Bonicelli è il Digital Zoom variabile con ingrandimenti fino a 8x per focalizzare anche piccoli bersagli a forti distanze. I valori tecnici riportati nel catalogo indicano un sensore da 384×288, 12µ, distanza focale pari a 15 mm, F1.0, gli ingrandimenti 1.5-12.0, 8x, FOV 17,5°x13.1°, Frame Rate pari a 50 Hz, focus manuale, display da 0,4 pollici, LCOS, 1280×980. Il tempo di utilizzo è di 7 ore e mezza, la distanza di rilevamento risulta pari a 750 metri mentre la temperatura di esercizio si pone fra i -20 °C e i +55 °C (-4 °F e +131 °F). Il visore risulta decisamente leggero con soli 290 g. Da ultimo si segnala come la memoria da 16 Gb integrata permetta di salvare immagini e video.
Passiamo a un prodotto con caratteristiche decisamente superiori con la serie OWL: gli apparecchi di tale serie vengono equipaggiati con un sensore termico da 640×512 pixel (NETD<35mK9) e una lente F1.0 per un favorevole contrasto e un’immagine nitida e chiara. Il frame rate a 50 fps garantisce video fluidi anche in presenza di scene molto dinamiche. Inoltre il sensore ad alta sensibilità e l’obiettivo long focus consentono alla serie OWL d i rilevare bersagli da 1,7 m anche a grandissima distanza estendendo la sua operatività, in alcuni modelli, fino a 1300 metri. Il modello sperimentato sul campo, dobbiamo proprio dire con eccellente successo, è denominato HM-OH25 e queste sono le caratteristiche: sensore 384×288, 17µ, distanza focale pari a 25 mm, F1.0, ingrandimenti 1.7-13.6, x8, FOV 14,9°x11,2°, frame rate 50 Hz, non è presente il focus manuale, display da 0,39 pollici, OLED, 1024×768, 7 ore di utilizzo con distanza di rilevamento pari a 900 metri, temperatura di funzionamento da -30 °C a + 55 °C (-4 °F – +131 °F). Peso ancora molto contenuto: solo 460 grammi. Sempre presente lo zoom variabile fino a 8x.
Novità di recente presentazione ecco il visore Panther LRF al vertice nel settore per qualità d’immagine e precisione nell’identificare il bersaglio: il sensore V0x 12µ con NETD<35mK consente la perfetta definizione dell’obiettivo in osservazione con un’immagine chiara e dettagliata, pure nella totale oscurità. Il frame rate a 50 fps garantisce video fluidi anche in presenza di scene decisamente movimentate. Il raggio di azione del Panther, grazie all’elevate sensibilità dell’impianto e all’obiettivo large-focus, consente la rilevazione del bersaglio fino alla distanza di 2600 metri. Il modello sperimentato sul terreno alla Bonicelli è denominato HM-PQ50L: queste le caratteristiche tecniche. Sensore da 840×512,12µ, frame rate 50 Hz, distanza focale 50 mm, F1.0, ingrandimenti 2.6×20.8, 8x, FOV 8.8°x7.1°, eye relief (cioè distanza di accomodamento della pupilla) 45 mm, display 0.39 pollici, OLED, 1024×768, distanza di rilevamento 2600 metri, telemetro con lunghezza d’onda pari a 905 µ, distanza fino a 600 m e precisione pari a +/- 1 metro, tempo di impiego 6 ore, peso di 585 g, temperature di esercizio comprese fra -30 °C e +55 °C (-22 °F e +131 °F). Qualche considerazione per fissare alcuni concetti del visore: linea compatta e facile utilizzo, rotella laterale per passare da una modalità all’altra regolando anche lo zoom con movimenti naturali e intuitivi; telemetro laser integrato per rilevare immediatamente e con precisione la distanza dell’obiettivo; notevole resistenza agli urti sopportando senza problemi il rinculo del .375 H.H. Inoltre l’apparecchio gode della certificazione IP67 con protezione alla pioggia, neve e pure l’immersione in acqua ad una profondità di 1 metro per 30 minuti. Vengono fornite due batterie con uno specifico caricatore: la facilità di sostituzione sul campo consente dunque 12 ore di osservazione.
Da ultimo, per meglio evidenziare le potenzialità di questo impianto, segnaliamo la possibilità di impiegare lo strumento a mano libera, montato su un cavalletto e, dulcis in fundo, dotato di un’apposita base si applica in un attimo al vostro fucile: su un bersaglio fermo potrete quindi osservarlo attentamente e, in pochi secondi, trasferire il visore sulla carabina e far fuoco. La taratura avviene grazie agli spostamenti che appaiono nel reticolo, così come si agisce sul un normale cannocchiale da mira tramite le torrette.
Per concludere
Le descrizioni contengono molti dati tecnici che riteniamo siano, per gli appassionati competenti, il miglior metro di comparazione e di giudizio prima di effettuare una scelta o anche soltanto una prova. Per una generica osservazione il modello Lynx Pro si rivela già interessante; ben differente l’OWL dove già soltanto la lente obiettivo passa dai 15 ai 50 mm; definitivo nell’impiego di osservazione e di puntamento il Panther LRF. Le recenti concessioni dei tiri notturni per il contenimento dei cinghiali aprono una strada maestra per l’adozione di simili sofisticate e geniali apparecchiature.