Arci Caccia ha pubblicato la lettera inviata da un aspirante appassionato cacciatore fiorentino, che purtroppo è affetto da quella tremenda malattia che è la sclerosi multipla. Il suo più grande desiderio sarebbe quello di poter entrare a pieno titolo nella schiera dei seguaci di Diana, ma purtroppo, nonostante le sue condizioni siano buone, tant’è che guida tranquillamente la macchina, il porto d’armi resta per lui una chimera. L’Ufficio legale di Arci Caccia sta esaminando la questione. Ecco il testo: “Buongiorno, mi chiamo Vittorio Miniati, ho 40 anni ed ho la passione della caccia.
Vengo subito al mio problema: all’età di 16 anni mi è stata diagnosticata la Sclerosi Multipla, fortunatamente è di secondo livello quindi mi permetteva una vita abbastanza regolare e normale nella sua quotidianità. Arrivato a 25 ho deciso di intraprendere una terapia sperimentale ed invasiva: fare l’auto trapianto autologo del midollo con cellule staminali. Fino a questa età ero consapevole che non mi avrebbero dato il porto d’armi e non ne ho mai fatto richiesta, mi limitavo a seguire mio padre con i suoi amici nelle loro battute di caccia vagante con il cane. Non vi sto a dire la mia invidia nel vederli poter espletare la loro passione.
Insomma, passati 12 anni dal trapianto con esito più che positivo e prendendo fiducia in me stesso, mi sono deciso di prendere l’Abilitazione all’esercizio venatorio seguendo iscrivendomi ai corsi Federcaccia presso la sezione di Scandicci (Fi). Ma una volta conseguita quest’ultima, mi è arrivata una mazzata tra capo e collo: la Commissione Medico Legale mi ha negato il porto d’armi dandomi delle non-chiare motivazioni. Io non ho problemi nello stare in piedi, non ho deficit motori che impediscono la sicurezza nel manovrare un’arma, non ho problemi psicofisici, non ho problemi mentali, non faccio uso di stupefacenti o alcool, non sono un delinquente, non ho problemi uditivi, non faccio uso di psicofarmaci ma per ben 2 anni (2018 e 2019) mi hanno dichiarato non idoneo.
Nel 2018 la motivazione era che io avevo fatto uso di psicofarmaci, cosa vera, ma facente parte della profilassi di preparazione al trapianto e che ho anche spiegato essere stati tutti prescritti dal Professore che ha eseguito il trapianto; nel 2019 presentandomi con il mio medico legale, la risposta è stata “presenza di alterazioni neurologiche che possono interferire sulle capacità statico/deambulatorie/motorie e iniziale deficit di memoria spaziale”! Ciò, mi ha umiliato, mi ha fatto sentire impotente.
Si sa benissimo che c’è la propensione a dare meno porto d’armi possibile a causa di animalisti, ambientalisti, wwf, etc.., etc… ma se la mettiamo in fatto di legge, secondo il decreto del 28 aprile 1998 del ministero della sanità, dovrei risultare idoneo considerando il fatto che la sola motivazione della mia non-idoneità sembra essere la SCLEROSI MULTIPLA e non viene minimamente preso in considerazione ciò che ho dovuto subire per fermare e anche far regredire quest’ultima. Chiedo scusa per questo mio sfogo ma il mio scopo nel contattarvi era poter rendere pubblica questa mia storia e poter sapere se ci può essere qualche azione da compiere che mi ridia la speranza; mi sento DISCRIMINATO e umiliato di fronte a parole che mi addossano “colpe”che io non ho impedendomi il piacere di una passione: la caccia!”.