Esiste un piccolo territorio, sconosciuto ai più, adagiato sulle prime colline che dalla pianura novarese si protendono fino ai monti e alle valli del Cusio. È la zona del nobile vitigno Nebbiolo e di una piccola ma grandissima denominazione che prende il nome dal paese di Boca, terra di antica tradizione vinicola e famosa in particolare per l’omonimo Santuario progettato dal famoso architetto Alessandro Antonelli. Sicuramente molti di noi appena sentono parlare di Nebbiolo pensano subito ai grandi vini delle Langhe e del Roero, Barolo e Barbaresco su tutti, prodotti iconici e ormai noti al grande pubblico. Eppure, esiste una produzione d’eccellenza anche nel Nord Piemonte non meno importante e di valore rispetto ai più blasonati parenti del sud.
Da Ghemme a Gattinara, da Bramaterra a Lessona, passando per Fara e Sizzano fino a Boca e alle Valli Ossolane, quest’area del Piemonte possiede un’antica e nobile tradizione vitivinicola. Essa ha rischiato di andare perduta nel corso del ‘900 a causa dello spopolamento delle campagne verso le città ma si sta ora progressivamente riprendendo grazie al lavoro umile e indefesso di molti giovani e appassionati produttori, che stanno progressivamente alzando l’asticella della qualità dei Nebbioli nati in queste terre. È questo il caso di Boca e della sua DOC che ricade anche sui territori dei comuni di Maggiora, Cavallirio, Prato Sesia e Grignasco. Qui un coraggioso gruppo di vignaioli porta avanti la grande impresa di far conoscere la straordinaria eccellenza del loro Nebbiolo.
Elemento chiave per comprendere la qualità di questi vini è il terreno. Siamo vicino alla Val Sesia dove sorgeva anticamente un supervulcano la cui esplosione, 250 milioni di anni fa, ha conferito al territorio non solo la sua attuale fisionomia ma ha anche donato ai suoli una ricchezza in termini di elementi minerali assolutamente straordinaria. In particolare, troviamo porfidi e rocce piroclastiche che, sgretolandosi nel corso dei secoli, hanno dato al terreno grande acidità e caratteristiche geologiche uniche. In essi la vite, allevata in alcuni casi ancora con l’antico impianto a maggiorina, ha trovato nel corso dei secoli il terreno ideale per svilupparsi, conferendo ai vini grande mineralità, eleganza e finezza, aspetti questi fortemente identitari del territorio. Il clima particolarmente mite è garantito da precipitazioni eccessive dalla presenza protettiva del Monte Rosa e del Monte Fenera.
In questo territorio il vitigno protagonista è certamente il Nebbiolo, affiancato però da due attori tutt’altro che secondari: Vespolina e Uva rara, che secondo il disciplinare del Boca DOC devono essere presenti nei vini con percentuali non inferiori al 10% fino a un massimo del 30%. Se il Nebbiolo conferisce struttura, acidità e quindi longevità al vino, la Vespolina aggiunge ricchezza aromatica (spezie ed erbe) mentre l’Uva rara dona morbidezza e rotondità al vino con note più fruttate che smorzano la spigolosità del Nebbiolo.
Il Nebbiolo è un vitigno che in queste terre assume caratteristiche di grande finezza, conferendo ai vini una notevole austerità e magrezza. Sono vini dal colore scarico tendente al rosso granato, vini che potremmo definire “ossuti”, tutt’altro che “piacioni” o “facili” ma sempre freschi e vivi, ottimi per gli abbinamenti con la cucina del territorio, in particolare la carne d’asino che vede nel tapulone uno dei suoi piatti tipici. Parimenti il Nebbiolo di Boca si sposa perfettamente con la cacciagione, soprattutto cinghiale e capriolo, specie se preparata con lunghe cotture come stracotti o brasati. In essi la freschezza e l’acidità del nebbiolo pulisce bene la bocca dalla grassezza e succulenza di queste nobili carni.
Tantissimi i produttori di rilievo che hanno contribuito a rivitalizzare il territorio e la sua antica vocazione vitivinicola: Le Piane, che per prima ha creduto nel rilancio di Boca e del suo Nebbiolo, Podere ai Valloni, Barbaglia, Poderi Garona, Tenuta il Corvo, Rogiotto e molti altri ancora. Da segnalare in modo particolare alcuni piccoli produttori che colpiscono per finezza e qualità dei loro vini. A Grignasco troviamo Tenuta Guardasole di Marco Bui, piccola azienda di un ettaro coltivata con grande cura e rigore in regime biologico. Marco vinifica in una micro-cantina che è un capolavoro di pulizia e organizzazione. I suoi vini sono prodotti estremamente puliti e di grande eleganza, il legno in cui affinano non è mai invasivo ma semplicemente accompagna l’espressione di Nebbiolo e Vespolina. Il suo Boca (annata 2016) si distingue per un naso ricco e appagante, con note eteree e balsamiche molto eleganti con spunti di incenso e cipria che conferiscono al vino grande finezza e complessità olfattiva, in bocca è fresco e vivo con un tannino che promette interessanti evoluzioni nel corso del tempo.
Altra azienda che merita una visita è Cascina Montalbano, antico edificio agricolo adagiato sulle colline appena fuori l’abitato di Boca, costruito sui resti di un antico castello del XV secolo, bellissimi in particolare gli affreschi tutt’ora presenti sulle pareti esterne dell’edificio. Qui Alessandro Cancelliere coltiva la sua piccola vigna con grande tenacia e passione, in un bellissimo anfiteatro naturale che si affaccia, quasi in una panoramica cinematografica, sulla pianura sottostante. La prima cosa che colpisce del suo Boca (annate 2012 e 2013) è una spiccata e viva sapidità, dovuta al terreno vulcanico che dà forza e vita ai suoi vigneti, unita a una grande eleganza al naso in cui a un fruttato elegante e snello, si uniscono note minerali e balsamiche di estrema finezza. Un vino da bere con piacere anche subito ma che con gli anni potrà riservare grandi emozioni a chi lo vorrà aspettare con pazienza.
Per chi volesse approfondire la conoscenza dell’areale di Boca e, in generale, delle denominazioni del Nord Piemonte suggeriamo il seguente, bellissimo volume: G. Fogliani, Nord Piemonte, tra Gattinara e Carema, Ed. Possibilia, Sesto S. Giovanni, 2020.