Una indagine demoscopica commissionata da CNCN e FACE ITALIA ad ASTRA RICERCHE svela che la maggioranza degli italiani (55%) non è contraria alla caccia, ma vuole che l’attività venatoria sia regolamentata. Moltissimi (45%) tuttavia non conoscono le rigide norme che regolano la materia da oltre 20 anni. E, sorpresa, i cacciatori sono soprattutto “giovani” tra i 25 e i 34 anni
Roma, 15 settembre 2010 – Significativi i risultati emersi dall’indagine demoscopica che CNCN (Comitato Nazionale Caccia e Natura) e Face Italia (Federcaccia, Liberacaccia, AnuuMigratoristi, Enalcaccia) hanno commissionato all’istituto Astra Ricerche sul tema “Gli italiani e la caccia”.
Alla base di questo studio c’è la volontà del mondo venatorio di comprendere meglio i sentimenti e le opinioni degli italiani in merito ad un tema caldo ed emotivamente coinvolgente, che troppo spesso non lascia spazio a un confronto sereno, basato su argomentazioni scientifiche.
Per affrontare questo impegno in modo limpido e trasparente, accettando il rischio di risultati non in linea con le aspettative dei cacciatori, è stato scelto un istituto di ricerca indipendente rispetto al tema, qual è Astra Ricerche, presieduto dal sociologo Enrico Finzi. L’indagine commissionata è la più ampia e profonda tra quelle effettuate nel settore, sia per la grandezza del campione che per il numero delle domande. L’intero questionario è a disposizione di chiunque sia interessato.
Le precedenti ricerche hanno sempre dato per maggioritari i contrari alla caccia rispetto ai favorevoli, questo studio svela una realtà diversa: la maggioranza degli italiani (55%) non è contraria alla caccia regolamentata e sostenibile.
dati dimostrano che c’è una connessione forte tra la scarsa conoscenza della materia – il 45% dei nostri connazionali non sa niente o quasi dei limiti alla caccia imposti dalle normative attuali; il 28% ne conosce solo alcuni; non più del 27% risulta ampiamente informato –, e un’opinione non favorevole alla caccia e ai suoi praticanti.
“Questa indagine – afferma il presidente CNCN Alessandro Tamburini – rappresenta il primo passo di un percorso di conoscenza e analisi che il mondo venatorio vuole intraprendere per meglio comprendere il rapporto della società con l’attività venatoria, valutarne le esigenze e le preoccupazioni per potere dare risposte adeguate sia dal punto di vista dell’informazione che delle iniziative concrete”.
“I risultati della ricerca – dichiarano le Associazioni venatorie riunite in FACE Italia – oltre ad essere confortanti e costituire eventualmente un importante presupposto per l’individuazione di nuove e utili strategie di politica venatoria per Face Italia, sono la risposta alla necessità di recuperare una misura indispensabile sulla percezione del tema caccia da parte degli italiani. Soprattutto alla luce dell’uso strumentale di gran parte delle ricerche commissionate già con lo scopo di ottenere un risultato ben prefigurato e quindi quantomeno discutibili sul piano dei metodi e dell’obbiettività. Una base indispensabile sulla quale fondare le richieste e la difesa dei diritti di un mondo venatorio formato da persone responsabili ed equilibrate. E soprattutto lontano da quella immagine stereotipata che vuole i cacciatori vecchi e arretrati. Tanti sono i giovani, colti e dinamici. Un mondo, quello della caccia, inserito nella società, che deve solo riuscire nello sforzo di farsi conoscere meglio”.
“L’indagine demoscopica che abbiamo realizzato – specifica Enrico Finzi – è stata la più ampia svolta in Italia sia per vastità del campione (oltre 2000 interviste), sia per numero e tipo di domande: approfondendo meglio del solito questa tematica è emerso che il Paese è ostilissimo alla caccia ‘selvaggia’ ma in maggioranza accetta l’attività venatoria normata, limitata, responsabile e sostenibile (che però spesso non sa esistere già). In effetti gli ‘opposti estremismi’ dei cacciatori che rigettano ogni vincolo e degli anti-caccia ‘fondamentalisti’ non ottengono il consenso degli Italiani, i quali esprimono una posizione moderata e per così dire ‘centrale’ tra i due estremi”.
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