Gli esemplari laziali
Non passa giorno che gli organi di stampa nazionali e locali non abbiano un articolo sulle problematiche causate dalla specie cinghiale, dalla peste suina africana, agli incidenti stradali, alle scorrerie di questi selvatici all’interno delle città. Per dare un quadro più chiaro necessita dare alcuni numeri, si stimano circa 2.500.000 di esemplari in Italia di cui nella nostra regione dati forniti dalla stessa con la D.G 650 del 28/07/2022 che stima una popolazione di circa 75.000 unità nell’anno 2022. In tale contesto esiste solo un vero contenimento di tale selvatico efficace quello della caccia. Anche qui è utile dare qualche dato sempre della regione Lazio riportato nella delibera sopra citata, nella stagione venatori 2021 /2022 sono stati abbattuti 24.714 unità nelle diverse forme di caccia al cinghiale, di cui 8145 nella sola provincia di Viterbo con 7855 con la caccia organizzata con 2136 battute, pari 31% degli abbattimenti dell’intera regione.
Squadre di cinghialisti
Questi dati vengono riportati per manifestare l’impegno delle 109 squadre di cinghiale presenti nel nostro territorio, che oltre alle normali tasse per l’esercizio venatorio pagano agli Atc 20 euro per ogni componete la squadra, mantenimento cani, spese veterinarie, attrezzature utili alla sicurezza degli ausiliari e che coinvolgono in questa pratica venatoria per lo stesso periodo venatorio 2021/2022 3.205 persone. Questi ultimi dati sono riportati solo per chiarire a tutti un’ulteriore aspetto che il contenimento di questo selvatico per diminuire i danni arrecati alle culture ecc. è fatto senza spese per le istituzioni ed l’unico punto fermo per limitare le possibili criticità che tali selvatici portano.
I dati mancanti
Giova ricordare che i componenti delle squadre dalla stagione 2019/2020 a quella 2021 2022 si sono ridotti 166 unità. La causa è l’aumento dell’età anagrafica che condiziona fortemente tale attività venatoria, considerato che il numero minimo per iscrivere una squadra al registro dettato dal disciplinare regionale è di 25 è come se le squadre si fossero ridotte di 6 unità senza considerare che mancano i dati delle stagioni 2022/2023 e 2023/2024 che sicuramente manterranno questo trend. Ricordiamo che questa caccia è regolamentata da disciplinare regionale che dalla prima emanazione 2016 ad oggi sono stati sistematicamente cambiati ogni anno creando in alcune innovazioni problemi all’efficacia delle battute.
La richiesta a Roma
Per questo quadro e in mancanza di uno strumento meno instabile, quasi tutti i capi caccia 104 su 109 hanno voluto organizzare attraverso il loro capi distretto un’ assemblea per il giorno 17 di questo mese alle 16,30 all’Hotel Salus Terme Via Tuscanese 26/28 Viterbo, invitando i consiglieri regionali eletti nella nostra provincia e le AaVv e i responsabile di tutte le squadre per dare la loro disponibilità a costruire un disciplinare stabile che diventi nel tempo un regolamento più idoneo a contenere questo selvatico, con le conseguenze che lo stesso porta compresa la peste suina africana attraverso un tavolo tecnico che veda i capi caccia coinvolti, in quanto unici veri testimoni e protagonisti della realtà venatori organizzata. Tale tavolo non ha nessuna intenzione di mettere in discussione il ruolo delle AaVv nel comitato faunistico regionale né il tavolo dei presidenti Atc oggi commissari, ha solo l’intenzione di presentare a questi organismi un documento adeguato alla reale realtà e che possa essere lo strumento futuro per un regolamento che duri nel tempo. Concludendo si chiede alla regione Lazio un cambio di marcia sulla caccia organizzata che renda più efficace con le giuste semplificazioni gli strumenti normativi che rendano nel medio termine un efficace contrasto alla peste suina africana e al contenimento dei danni causati da questo selvatico (I capi distretto Atc Vt1 Atc Vt2 Mauro Favero, Zampilli Mauro, Corbianco Luca, Arconi Bruno, Domenico Puleggi, Giordano Franci, Paolo Capaldi, Piergiovanni Grilli).