Secondo quanto riferito da questo comunicato, i sacerdoti preferiscono soprattutto la caccia al cinghiale e quella al fagiano, pur non disprezzando lepri e alcuni volatili. Inoltre, i preti cacciatori si troverebbero in gran misura in Piemonte, Veneto, Umbria, Toscana ed Emilia Romagna.
Secondo l’AIDAA, i fucili da caccia non sono uno strumento di pace e amore, di conseguenza è stata scritta una lettera rivolta niente di meno che a Papa Francesco per portarlo a conoscenza di questi preti e dei vescovi che “partecipano spesso e volentieri ai banchetti nelle canoniche a base di cadaveri di animali uccisi“. Croce ha invitato il Santo Padre a scomunicare i preti che praticano l’attività venatoria, spiegando come la caccia sia “in netto contrasto con i principi di amore dettati dal Cristianesimo”.