In tutto il territorio lombardo il cinghiale ha rovinato le colture per quasi 1,7 milioni di euro nel periodo compreso tra il 2013 e lo scorso anno. Inoltre, non può essere sottovalutata la sicurezza delle persone. All’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) è stata chiesta maggiore elasticità da questo punto di vista, in particolare per la tecnica della braccata per un contenimento più incisivo. Tra l’altro, un ulteriore obiettivo da raggiungere è quello di classificare il territorio in zone vocate e non vocate per una concentrazione ideale degli interventi.
La delibera prende spunto dalla Legge Regionale 19 del 2017 (“Gestione faunistico – venatoria del cinghiale e recupero degli ungulati feriti”): il terzo comma dell’articolo 4 parla proprio dei proprietari e dei conduttori dei fondi. Non meno importanza dovrà essere riservata agli accertamenti igienico-sanitari sui capi abbattuti.