Non c’è due senza tre: la sezione comunale di Giffone (provincia di Reggio Calabria) della Federazione Italiana della Caccia ha organizzato la terza edizione della raccolta dei bossoli abbandonati. Si tratta di un raduno molto importante che ha mosso i primi passi nel 2014 e che ha beneficiato ancora una volta della preparazione di ogni dettaglio da parte dei federcacciatori Felice Valente e Michele Pasqualone. Inoltre, la raccolta si avvale della partecipazione preziosa dell’Associazione Culturale e Micologica Giffonese e di tantissimi volontari tra cacciatori e semplici cittadini che hanno a cuore la natura e l’ambiente. Il raduno è servito nuovamente a raccogliere i bossoli delle cartucce che sono state abbandonate nei posti in cui è stata praticata la caccia.
La pioggia insistente della giornata non ha impedito il buon esisto dell’edizione 2016, con operazioni di raccolta e di pulizia che hanno consentito di recuperare circa 15mila bossoli. Il passaggio successivo sarà quello dello smaltimento del rifiuto. Abbandoni di questo tipo rappresentano una violazione palese delle norme in materia, senza dimenticare le più semplici forme di educazione e rispetto dell’ambiente. Federcaccia, l’associazione giffonese e i volontari hanno recuperato anche altro materiale di scarto nei boschi calabresi.
Oltre al raduno, l’occasione è stata sfruttata per un confronto proficuo e uno scambio di opinioni e idee tra mondi che solo apparentemente sono diversi tra loro, ma che in realtà hanno in comune l’amore per la natura e per il territorio. Che cosa succederà nel corso della prossima stagione venatoria, quella a cavallo tra il 2016 e il 2017? Federcaccia Giffone ha assicurato che verrà attivato un sistema sofisticato per il monitoraggio e la raccolta dei bossoli delle cartucce nei territori in cui si pratica la caccia: nello specifico, si sta parlando di vere e proprie “sentinelle” che avranno il compito di controllare personalmente i boschi e le campagne del comune reggino.
Il rifiuto che è costituito dal bossolo di una cartuccia usata corrisponde a una parte in plastica, dunque non pericolosa e prodotta da attività di post-consumo, ma viene definito anche come rifiuto plastico, non pericoloso e prodotto da attività di caccia. Gli estremi per classificarlo come rifiuto esplosivo di scarto non esistono, come neanche quelli per identificarlo come un rifiuto da imballaggio. Spesso gli stessi cacciatori si chiedono quale sia la sua destinazione finale: i bossoli possono essere inviati a operazioni di recupero (procedure semplificate) oppure a centri di trattamento con finalità di recupero che sono autorizzati dalla legge.