La Confederazione dei Cacciatori Toscani ha commentato la situazione attuale che riguarda la gestione regionale degli ungulati. CCT ha iniziato la propria nota con l’articolo autocelebrativo dell’assessore Marco Remaschi, secondo cui si dovrebbe avere il coraggio di ammettere le proprie responsabilità, senza dimenticare i successi che avrebbe ottenuto nei due anni del suo governo. Questi numeri sono però “clandestini”, in quanto vengono citati, ma non messi a disposizione.
L’associazione ha poi citato le parole del presidente della Provincia di Arezzo, una delle più sacrificate dalla nuova normativa: il sistema è stato definito senza nè capo nè coda, una frase usata per rispondere a una interrogazione di un consigliere. In particolare, con la gestione precedente erano stati prelevati 180mila cinghiali, permettendo di ridurre i danni al settore agricolo di 40 punti percentuali. Non è piaciuto neanche il “maldestro tentativo di rovesciare sui cacciatori la gran confusione creata dalla nuova normativa“.
Il meccanismo della nuova legge mette in contrasto le varie forme di caccia, causando problemi non indifferenti di sicurezza. In aggiunta, è stato messo in discussione il rapporto con il circostante mondo venatorio. Il comunicato termina con un cenno agli Ambiti Territoriali di Caccia e alla bocciatura clamorosa della legge di riforma. Ci si chiede cosa abbia fatto e detto la Regione Toscana per respingere l’impugnazione da parte del governo di una norma che semplificava e permetteva di risparmiare.