La giornata ecologica per la pulizia del bosco di domenica scorsa si è purtroppo conclusa con un incendio e ha trasformato la notizia di attualità in una di cronaca. Ma partiamo dall’inizio. Domenica scorsa sul territorio gavorranese un gruppo di cacciatori e volontari ha aderito a un iniziativa dell’associazione venatoria Cct in cui sono stati raccolte numerose quantità di spazzatura. Le due squadre di caccia al cinghiale del territorio, La Caldanese e quella di Ravi avevano contribuito al recupero di numerosi rifiuti sparsi nei boschi maremmani, molti dei quali anche ingombranti. Dalle bottiglie di vetro alle lattine, dai materassi alle bombole del gas arrugginite, dal materiale edile di scarto alle batterie e pneumatici di autoveicoli, oltre ad un’altra miriade di rifiuti abbandonati in ogni dove.
La quantità di spazzatura raccolta è stata elevata e a fine giornata i rifiuti sono stati accantonati in alcuni punti diversi tra di loro (in base a luogo di pulizia) in attesa del ritiro da parte di Sei Toscana. Martedì mattina, due giorni più tardi, in un piazzale ai Poderi Bassi di Caldana una lunga colonna di fumo nero ha invaso l’aria del paesino: i rifiuti raccolti la domenica avevano preso fuoco ed è stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco e delle forze dell’ordine. Da lì la decisione da parte del Comune di sospendere l’iniziativa di domenica prossima della seconda giornata ecologica e la conseguente amarezza degli organizzatori.
Non è chiara la dinamica degli eventi e la questione delle responsabilità dell’accaduto. Pare che le forze dell’ordine avrebbero contestato il luogo in cui erano stati lasciati i rifiuti, ipotizzando un abbandono di rifiuti ingombranti, e questo avrebbe dato luogo ad alcune polemiche tra gli organizzatori e l’amministrazione. Il Comune di Gavorrano specifica che l’iniziativa è stata assolutamente lodevole, ma che i rifiuti ingombranti e considerati speciali, anziché raccolti, sarebbero dovuti essere segnalati all’ufficio ambiente dell’ente il quale avrebbe successivamente predisposto il recupero e la rimozione. Inoltre i luoghi di stoccaggio scelti dai volontari sarebbero stati non idonei. Insomma, da un’iniziativa a scopo benefico è nato un polverone, anzi una colonna di fumo, di polemiche. I volontari si sono risentiti perché avrebbero agito esclusivamente per il bene comune e si sono sentiti velatamente accusati di abbandono di rifiuti. Peccato per entrambe le parti visto l’interesse comune per la tutela dell’ambiente.
Sulla questione interviene anche il sindaco Andrea Biondi. «Purtroppo – afferma – l’atto vandalico ha messo alla luce delle potenziali responsabilità anche nei confronti delle associazioni organizzatrici, per questo come amministrazione ci siamo preoccupati di cercare di coordinare queste lodevoli iniziative, fissandone delle procedure per tutelare le stesse associazioni. L’increscioso episodio – sottolinea – non deve fermare queste iniziative, ma spronarci a realizzarle nel migliore dei modi ed in modo più coordinato, soprattutto a tutela delle responsabilità». Insomma, se l’interesse comune delle parti è quella di migliorare e tutelare l’ambiente, c’è la speranza che da questo disguido in futuro possa nascere perfino un progetto più strutturato e utile a tutti (Il Giunco).