Fucili da Caccia J. Purdey & Sons: Le caratteristiche e le qualità di un buon fucile da caccia dipendono anche dall’azienda produttrice. Nel mondo si contano tanti maestri armaioli, ma solo alcuni hanno saputo imporsi in campo internazionale diventando dei “marchi” affidabili e di successo.
Le società leader si trovano nei Paesi in cui la caccia vanta una lunga tradizione, ovvero Italia, Inghilterra e Francia. Un buon fucile da caccia può quindi essere prodotto anche al di fuori del Belpaese, e senza nulla togliere agli innegabili pregi del Made in Italy, sarebbe interessante scoprire anche quelli dei mastri armaioli d’Oltremanica.
Nel panorama degli armamenti venatori spiccano senza dubbio anche i fucili da caccia della James Purdey & Sons, leggendaria azienda londinese le cui origini risalgono addirittura alla fine del 1600.
A quell’epoca, il capostipite della famiglia Purdey, John, si mosse dall’est della Scozia per trovare lavoro. Il suo primo impiego fu come fabbro presso una fabbrica del luogo. Il figlio James, invece, intraprese la stessa professione di fabbro nei pressi della Torre di Londra. A soli 14 anni, iniziò un apprendistato presso un fabbricante di armi londinese, realizzando le sue prime “creazioni” attraverso la forgiatura e la piallatura su ferri di cavallo. Il talento del giovane James era innegabile, tanto da spingerlo a mettersi in proprio nel 1814, aprendo una modesta bottega di armi a Princes Street, zona periferica di Leicester Square. In quella piccola botteguccia, negli anni, si costruirono spade, coltelli, pistole e fucili. Il negozio di armi ebbe tanto successo da avere per clienti persino Charles Darwin e la Regina Vittoria, che commissionò due fucili a doppia canna da far utilizzare durante la parata per la sua incoronazione. L’impresa di armi ebbe tanto successo che il suo fondatore finì per rilevare persino l’armeria dove aveva effettuato il suo primo apprendistato.
Stesso percorso professionale, ebbe l’erede di James, il figlio James il Giovane, che cominciò il suo apprendistato a 14 anni per poi subentrare all’azienda di famiglia nel 1858. Il giovane erede fu l’autore di un cambiamento rivoluzionario nei fucili da caccia, introducendo i cani interni al posto di quelli esterni. I nuovi modelli di fucile furono battezzati “Hammerless”, ovvero “senza martello”.
Durante gli anni della prima guerra mondiale e dopo aver ricevuto alcuni riconoscimenti reali, la J. Purdey & Sons si occupò di produzione di armi da guerra, anche se questo mercato crollò, in parte, durante il secondo conflitto mondiale. La gestione aziendale dell’impresa d’armi fu comunque contrassegnata da una successione tutta in famiglia, con l’entrata in scena del figlio di James il Giovane, ovvero Athor e poi dei figli di quest’ultimo, James e Tom. Le prospettive di crescita del mercato imposero, in seguito, la necessità di coinvolgere nuove figure nella gestione della fabbrica d’armi più famosa d’Inghilterra. Fu così che Athor Purdey, negli annui ’50, passò il timone all’On. Richard Beaumont, che gestì l’azienda fino al 1994. Suo nipote Nigel Beaumont, nominato amministratore delegato nel 1993, dal 2007 è anche presidente della J. Purdey & Sons.
La tecnica di lavorazione dei fucili da caccia, nonostante il cambio di gestione, si è mantenuta sempre secondo l’impronta e la perfezione tecnologica del suo fondatore James Purdey il Giovane. Tra i fucili da caccia dell’azienda spiccano quelli a doppia canna, ovvero le doppiette, chiamate anche “side by side”, perché le canne sono poste l’una accanto all’altra, e i sovrapposti, chiamati “over and under”, perché le canne sono messe una sopra l’altra.
La novità, nei fucili da caccia della J. Purdey & Sons, riguarda proprio i fucili da caccia “side by side”, che utilizzano la cosiddetta “azione Beesley”, ovvero un sistema che sfrutta l’energia della molla per far aprire automaticamente il fucile ed espellere i bossoli. Il sistema venne creato nel 1879 da Federico Beesley, magazziniere presso i Prudey, il quale, l’anno successivo, vendette il brevetto ai suoi datori di lavoro.
Le doppiette della J. Purdey & Sons usano proprio questo sistema abbinato ai cani interni “Hammerless”, altro brevetto che risale sempre alla fine del 1800, ma sempre attuale per la maggiore sicurezza garantita da questi fucili. Nei cani interni, infatti, il caricamento dell’arma avviene aprendola con la chiave. Questo sistema blocca sia il grilletto che il percussore. L’apertura automatica del fucile per l’espulsione dei bossoli attiva, in egual modo, la sicura, ovvero il blocco del grilletto e del percussore, senza necessità di ricorrere alla chiave di apertura. Si tratta certamente di una maggiore comodità che rende più sbrigativo l’uso e il caricamento della doppietta.
Disponibile sia a canna liscia che rigata, la doppietta “side by side” della J. Purdey & Sons prevede sia l’apertura automatica che quella con la chiave. Questo fucile è disponibile nei calibri 0,410, 28, 20, 16 e 12. La canna è lunga 71, 74 e 76 centimetri, misure ideali che rendono più maneggevole l’arma e più veloce il proiettile, riducendone anche la dispersione durante lo sparo.
Standard è anche la lunghezza della camera di scoppio( parte iniziale della canna), compresa tra 70 e 76 mm. La struttura esterna del fucile è in acciaio, con incisioni in oro e argento e calcio in legno di noce. L’impugnatura del fucile può essere dritta o lievemente incurvata. Il calciolo può avere una superficie in legno a scacchi o essere rivestito in pelle. L’arma comprende sia strozzatori fissi che mobili.
Il peso del fucile è compreso tra i quasi tre chili del calibro 12, ai 2 chili e poco più del 0,410. Anche se ritenuta superata, la doppietta è molto apprezzata dagli appassionati di caccia alla migratoria, ma in questo caso sono da preferire doppiette con canna rigata più corta ( 66 cm), per via della breve distanza in cui si è costretti a sparare. La doppietta “side by side” della J. Purdey & Sons ha una canna più lunga, ma rimane pur sempre un’arma per intenditori.
Si tratta anche di un fucile talmente pregiato che i modelli usati vengono persino venduti all’asta. Il prezzo base delle aste è compreso tra 1900 e 4 mila euro.