La sentenza di appello ha rinviato la trattazione direttamente ai giudici di Piazza Cavour per l’ultimo grado di giudizio. La persona condannata è stata difesa col fatto che la carabina era vecchia e arrugginita, oltre che priva di alcuni mezzi: di conseguenza, non poteva essere considerata un’arma a tutti gli effetti. Persino i Carabinieri che indagarono sulla vicenda consigliarono all’uomo di distruggere la carabina a causa delle cattive condizioni.
Nel 1999, anno a cui risalgono i fatti, non era nemmeno considerata un’arma, ma semplicemente un oggetto atto a offendere e di libera detenzione. Il reato, quindi, non poteva sussistere: questo vuol dire che custodire un fucile da caccia in un garage di proprietà non impone l’obbligo di adottare sistemi di difesa contro eventuali furti. In aggiunta, la carabina era stata riposta in un armadio del box stesso. L’imputato è stato assolto e la sentenza di primo grado è stata annullata in quanto il fatto non sussiste.