Paolo Panontin, assessore regionale alla Caccia del Friuli Venezia Giulia, ha annunciato il via libera da parte del Consiglio dei Ministri alla legge che sta per riformare l’attività venatoria nella regione settentrionale. La riunione delle ultime ore, infatti, si è conclusa con la decisione di non impugnare la norma, la quale può essere ora pienamente attuata. Panontin ha anche ricordato che questa è la conclusione del percorso di riforma della caccia friulana, oltre che il “coronamento di un lungo lavoro”.
Non sono mancati ostacoli a questa legge, ma l’attenzione è stata sempre altissima per cercare di rimanere nei canoni della legittimità costituzionale. La Regione Friuli ha temuto una serie di emendamenti che avrebbero portato all’impugnativa, anche se poi l’esito finale è stato positivo. Ora c’è bisogno della collaborazione di tutti i portatori di interesse per definire nel miglior modo possibile le ultime questioni. Panontin è comunque sicuro che si possa raggiungere il risultato in tempi brevi.
Questa legge regionale prevede diverse novità. In particolare, il titolo IV si occupa dei contributi per realizzare centri di lavorazione della selvaggina, ma c’è spazio anche per le modifiche sulle specie cacciabili e i periodi dell’attività venatoria. Infine, ci sono dei riferimenti importanti alla programmazione faunistica e agli allevamenti di selvaggina e tassidermia.