Nuova offensiva della Regione Friuli Venezia Giulia contro l’invasione delle nutrie. È una lotta iniziata nel 2017 quella contro questi animali invasori originari del Sud America, presenti in Friuli dagli Anni ’70 con i primi pochi esemplari che poi si sono riprodotti a dismisura fino a raggiungere oggi una popolazione di 70mila esemplari. Da anni sono così protagonisti non soltanto della compromissione dell’ecosistema naturale e del danneggiamento di colture (i cui proprietari, per altro, non vengono ristorati), ma soprattutto di minacciare la stabilità idrogeologica del territorio.
Questi roditori, infatti, costruiscono le loro tane negli argini dei canali, smuovendo il terreno e provocando infiltrazioni e crolli delle sponde. I consorzi di bonifica della nostra regione hanno indicato in oltre 16,3 milioni di danni finora registrati. Il nuovo piano triennale per eradicare la nutria, appena approvato dall’amministrazione regionale, punta appunto a eliminare questa specie, anche se sarà più probabile riuscire soltanto a contenerla, limitandone il numero e la diffusione.
E per farlo sono autorizzate due pratiche, che possono essere esercitate dal personale forestale, dai guardia caccia, da personale incaricato e anche dagli stessi agricoltori. La prima tecnica, quella preferita, è la loro cattura attraverso gabbie-trappole, per poi procedere alla soppressione, nel più breve tempo possibile, con armi da fuoco oppure con contenitori a gas. Oppure, seconda tecnica indicata, la classica caccia. Il piano non prevede limitazioni numeriche dell’abbattimento, quindi più si eliminano e meglio è (IlFriuli.it).