“Assessorato regionale del Friuli Venezia Giulia e uffici hanno confermato la portata rivoluzionaria di una recente sentenza della Corte costituzionale sul tema del controllo dei cinghiali: i cacciatori abilitati, attraverso specifici corsi di formazione, potranno essere coinvolti da parte del Corpo forestale”. Lo afferma in una nota la consigliera regionale Mara Piccin (Forza Italia), dopo aver ricevuto una risposta scritta dall’assessore Stefano Zannier a una sua interrogazione dedicata al tema specifico. “Sono pienamente soddisfatta della risposta – continua l’esponente forzista – che conferma come le mie proposte, compresa una pdl nazionale mai affrontata dal Parlamento per questioni ideologiche, fossero di buonsenso e rispettassero i dettami costituzionali. Viene invece sconfessata in toto la linea del M5S, che continua ad accanirsi ideologicamente contro l’attività venatoria”.
“Quando si parla di controllo del cinghiale, come riconosciuto dalla Corte costituzionale, il fine – aggiunge Piccin – è la tutela ambientale, prevenendo inoltre danni all’agricoltura, incidenti stradali e pericoli alle persone che, guarda caso, anche grazie ai veri e propri ostacoli creati alla caccia sono aumentati con la proliferazione incontrollata dei cinghiali”. “La sentenza della Corte costituzionale – dettaglia la consigliera di FI che, con la sua interrogazione urgente, aveva chiesto all’assessore Zannier le modalità e le tempistiche di recepimento da parte della Regione – è la 21/2021, che ha dichiarato legittime le disposizioni della Regione Toscana per l’estensione dei soggetti incaricati dei piani di abbattimento.
Gli uffici regionali, come ha confermato l’assessore, sono al lavoro su un orientamento che è considerato innovativo: da una prima disamina della sentenza, infatti, potrebbe essere sufficiente una modifica del vigente piano di controllo del cinghiale, prevedendo la possibilità da parte del Corpo forestale regionale di avvalersi della collaborazione di cacciatori abilitati attraverso specifici corsi di formazione”. “Un’alternativa – prosegue ancora Piccin – sarebbe quella di una proposta normativa nuova, sulla scorta di quanto fatto da altre Regioni, in linea con l’orientamento stabilito dalla Consulta. In ogni caso, per avvalersi dei cacciatori sarà necessario organizzare corsi di abilitazione specifici con programmi avallati da Ispra e relative prove di idoneità”. “A tal fine, sono in corso i contatti con Ispra e Regione Toscana – conclude la nota – anche al fine di chiarire altri aspetti riguardanti la proprietà dei capi prelevati in controllo fauna da parte dei soggetti abilitati”.