L’attesa è stata lunga, ma ora è terminata. Come riportato da Il Gazzettino in Friuli Venezia Giulia riaprirà la cattura di richiami vivi dopo ben 14 anni, nonostante le polemiche innescate da alcuni esponenti politici in Consiglio Regionale. Il provvedimento di cui si sta parlando spiega che gli allevamenti friulani di merli, cesene, tordi bottacci e tordi sasselli (tutti utilizzati come richiami vivi) non hanno soddisfatto la richiesta proveniente dal mondo venatorio, con il conseguente e possibile ricorso a individui di cattura.
La giornata di ieri, lunedì 3 ottobre 2016, è stata quella dell’avvio ufficiale, una situazione a cui non si era più abituati dal 2002. Come previsto dalla legge, i cacciatori del Friuli Venezia Giulia hanno la possibilità di alternare la pratica venatoria con richiami vivi, dedicandosi ad altre attività venatorie. La legge nazionale prevede ha introdotto invece l’opzione obbligatoria, ma la norma regionale non si è mai adeguata.
Chi si è opposto alla pratica ha sottolineato anche che i cacciatori autorizzati all’appostamento fisso non sono mai stati censiti. La Regione ha comunque deciso e il provvedimento è stato accettato. Gli impianti di cattura di Porcia (Pordenone) e quello di Tricesimo (Udine) avranno l’opportunità di catturare i volatili mediante reti, potenziando in questa maniera gli allevamenti destinati alla riproduzione di richiami vivi.