La sezione regionale del Friuli Venezia Giulia della LAV (Lega Anti Vivisezione) ha definito come “ennesimo sconcertante regalo al mondo venatorio” quanto deciso dalla Regione ad agosto. Dopo l’autorizzazione all’abbattimento delle nutrie e l’utilizzo di gabbie che vengono considerate di dimensioni inferiori rispetto a quanto previsto dalla legge, stavolta l’associazione se l’è presa con una delibera che diventerà effettiva a ottobre.
Due impianti di cattura, quello di Porcia e quello di Tricesimo, potranno catturare merli, cesene e tordi attraverso l’utilizzo di reti, in modo da potenziare gli allevamenti destinati alla riproduzione di richiami vivi. Gli allevamenti friulani non soddisfano la richiesta del mondo venatorio locale e quindi è stato necessario introdurre questa deroga. Secondo la LAV, sta per delinearsi un quadro desolante.
Nella nota ufficiale della Lega è stato sottolineato come l’atto regionale sia in contrasto con la Direttiva Uccelli e la legge nazionale sulla tutela della fauna selvatica. Inoltre, si è parlato anche di un “tentativo surrettizio di reintrodurre l’uccellagione vietata“. Guido Iemmi, referente della LAV friulana, ha poi aggiunto: “La nostra Regione sembra molto più impegnata a rispondere positivamente e con solerzia a ogni richiesta del mondo venatorio“. L’associazione si è detta pronta a segnalare il caso alla Commissione Europea.