Quella che doveva essere una semplice e conviviale cena sociale si è trasformata in un processo vero e proprio che comincerà il prossimo mese di gennaio. Si sta parlando del pasto organizzato dalla Riserva di Caccia di Aviano, in provincia di Pordenone: durante la cena è stata consumata carne di camoscio, ma tre cacciatori sono stati sanzionati per aver ceduto la stessa carne senza le visite sanitarie necessarie.
L’abbattimento dell’animale risale a un anno fa esatto, mentre la Regione Friuli Venezia Giulia ha deciso di multare amministrativamente i soci lo scorso mese di settembre. I cacciatori, però, hanno deciso di opporsi al provvedimento e quindi l’intera vicenda sarà discussa in tribunale a partire dal 10 gennaio. Secondo la difesa, la carne di camoscio era stata consegnata alla riserva venatoria: secondo il regolamento interno, deve rimanere di proprietà della stessa riserva al 50% e per il restante 50% di chi ha abbattuto il selvatico.
Nel caso in cui i soci non avessero consegnato la carne ci sarebbero state sanzioni. Le sanzioni disciplinari non ci sono state, ma quelle amministrative sì: l’accusa contestata è la violazione della Legge Regionale 6 del 2008 (“Disposizioni per la programmazione faunistica e per l’esercizio dell’attività venatoria”). Fra un mese e mezzo si conoscerà il punto di vista del giudice.