La Vandea poteva contare su 16mila cacciatori complessivi, un numero di tutto rispetto ma non sufficiente per arginare l’emorragia, tanto è vero che il numero che ha preoccupato di più è stato quello del calo registrato dal 2010 a oggi (dal 2 al 3% in meno). Oltre a questo dipartimento, altri tre hanno seguito la stessa strada delle licenze gratuite, dunque non si sta parlando di un caso isolato. L’esenzione del pagamento è stata giudicata il miglior compromesso in assoluto, seguendo l’esempio dell’Haute-Vienne, quella che fino a poco tempo fa era l’unica federazione francese a guadagnare dai suoi iscritti.
L’obiettivo delle licenze a zero euro è piuttosto semplice. In effetti, la federazione locale della caccia e il consiglio dipartimentale si impegnano a finanziare dall’inizio alla fine la formazione e il passaggio dell’esame. La formazione viene svolta in una sola giornata, completa, in modo da consentire ai partecipanti di apprendere il regolamento e le questioni legate alla sicurezza. Negli anni Duemila i cacciatori della Vandea erano più o meno 20mila, ora la cifra è scesa, come già evidenziato, a circa 16mila, l’esperimento di cui si sta parlando riuscirà a sostenere la crescita venatoria? Gli altri due dipartimenti che hanno azzardato la soluzione sono quelli della Charente e della Nièvre, ma la Vandea ha fatto parlare molto di più perché si tratta del primo territorio del cosiddetto “Grand Ouest” che è protagonista dell’iniziativa.
Nel 2016 dovrebbero essere “reclutati” almeno 800 iscritti, un totale che sembra ambizioso ma che è alla portata dello stesso dipartimento. Circa 250 aziende venatorie hanno accettato l’offerta e ora si attendono i primi riscontri concreti. Nello specifico, la federazione della Vandea investe 120mila euro, mentre il Consiglio Dipartimentale avrà il compito di sostenerne 25mila: il gruppo di cacciatori ora è più “variegato”, ben suddiviso tra donne, anziani e giovani.