Tempo di quarantena, bloccato a casa, voglio approfittare per parlarvi di un fucile a cui sono particolarmente affezionato, che, oltre ad essere un regalo di uno zio che purtroppo non c’è più, mi ha anche dato tante soddisfazioni venatorie. Alcuni anni fa, lo zio mi disse di scegliere un fucile fra quelli che aveva in rastrelliera, subito mi cadde l’occhio sul Franchi Littorio, mancando fra i miei fucili una doppietta cal. 20, la scelta fu facile ed immediata.
Il Littorio, come dice il nome è un fucile nato negli anni del ventennio, si tratta del precursore del più famoso Franchi Condor. Nel 1930, Luigi Franchi presentò, con la progettazione di Enrico Desenzani, la sua doppietta con acciarini su cartelle laterali, il primo Franchi Imperiale, mentre nel 1933 vedrà la luce il modello Littorio, sempre con la stessa meccanica ma forse di una classe leggermente inferiore.
Le doppietta nelle mie mani, come riportato sulle canne, risale all’anno 1939, la linea leggera con il calcio all’inglese la rendono molto elegante e raffinata. Si tratta di un fucile che racchiude in se i più ricercati canoni costruttivi dell’epoca che ne fanno ancora un arma dall’indiscutibile fascino.
La bascula è finemente incisa con un motivo misto floreale e arabescato, tema riproposto anche su tutte le superfici metalliche dell’asta e della guardia. Le batterie sono costituite da acciarini del tipo H&H sulle cartelle laterali, con doppia stanghetta, finemente lavorati e sinonimo di indiscussa qualità. La bascula dalle proporzioni armoniose con i seni dalla forma leggermente compressa ingloba una chiusura triplice Purdey oltre al chiavistello fra i seni. I percussori hanno grani smontabili con due fori di sfiato e fissati da vite di sicurezza. Sempre sulla bascula troviamo inciso il fascio Littorio che da il nome al modello, la matricola e i punzoni del banco di prova.
Nella parte superiore troviamo una lunga codetta sormontata dalla chiave di apertura con l’ovale finemente zigrinato, brunita e con la scritta in oro “EYECTOR-KRUPP”, sta a significare che il fucile ha canne realizzate con acciaio Krupp ed è fornito di estrattori automatici dei bossoli sparati. A seguire troviamo la sicura, incisa e con al centro un “bottone” in rilievo per agevolarne la presa.
Sul petto di bascula la scritta con il nome del costruttore e continua l’incisione in armonia con il resto della bascula, qui si trovano i due grilletti inclusi nell’ovale della guardia che è tutt’uno con la codetta inferiore, particolarmente lunga e lanceolata come si addice ad una doppietta di pregio con calcio inglese.
Le canne sono lunghe 68 cm, camera 70 e foratura 16,1 per la prima e 16,0 per la seconda, strozzature rispettivamente di 6/10 e 10/10 per un peso di Kg 1,15. Come detto l’acciaio utilizzato è il Krupp, considerato all’epoca uno dei migliori acciai per canne di fucile, all’interno non sono cromate mentre esternamente sono brunite e in questo caso la brunitura è anche un po’ provata. L’accoppiamento è quello comunemente chiamato triblock, con i ramponi innestati fra le due canne su ognuna delle quali è stato ricavato il semipiano di appoggio alla tavola di bascula. Da notare anche l’accuratezza con cui è stata inserite la maglietta per la cinghia, con un suo supporto slanciato che ne evita il contatto con le canne.
L’asta sottile ed elegante presenta il pulsante di smontaggio incapsulato in un cappellotto lanceolato e inciso, al suo interno si trovano i meccanismi degli ejector e sulla testa della croce, anch’essa incisa nella parte esterna, si trovano i fori per le leve di armamento e i martelletti degli ejector.
Il legno del calcio è un noce di media qualità, perfettamente lavorato per gli alloggi delle batterie e per l’incasso della bascula, presenta uno zigrino fine sul collo per la perfetta presa della mano destra, nella zona inferiore abbiamo l’ovale in argento con le iniziali del proprietario mentre il calciolo è in gomma arancione di tipo inglese. Un arma di altri tempi, con una grande manualità, ma così bella e ancora terribilmente moderna.