Quasi in sordina la Franchi prosegue nella sua marcia cadenzata proponendo via via fucili interessanti e specifici per i diversi settori della caccia passando dal liscio al rigato per tornare qui al liscio di massima potenza.
di Emanuele Tabasso
Da noi non è molto impiegato mancando o quanto meno avendo poche occasioni per sfoderare tanta potenza, ma all’estero, specie negli Stati Uniti, è un fucile che ogni cacciatore serio deve avere in rastrelliera: parliamo del semiautomatico camerato per il calibro 12/89 detto familiarmente supermagnum. Già le cariche maggiorate del normale 12/70 sono arrivate a spingere a buona velocità i 42 g di pallini, poi il magnum 12/76 ha spinto più in là i termini del problema e i 52 g sono diventati una consistente soluzione per colpire prede coriacee e a maggiore distanza. Non contenti ci si è spinti oramai da parecchio tempo sulla cartuccia 12/89 in tutto sostitutiva del calibro 10 Magnum che, come qualcuno ricorderà, aveva fatto una non lunga apparizione sulla nostra scena venatoria alla fine degli Anni 60. Le leggi sempre tendenti a mortificare la caccia secondo una logica poco vincolata alla tecnica avevano poi imposto il limite massimo del calibro, non della carica, a quel 12 che ha rappresentato, e tuttora rappresenta, il factotum armiero del cacciatore a pallini. A leggi strane si contrappongono soluzioni intelligenti, figlie di chi opera tutti i giorni nel campo specifico e deve mandar avanti fior di aziende con tutte le persone che vi operano. Ecco allora il ritrovato di allungare ulteriormente il bossolo da 76 mm dei magnum portandolo alla stessa misura che aveva proprio quel calibro 10 Mg. sopramenzionato. Lo studio dell’interno partendo dal buscione per salire al borraggio e alla chiusura ha consentito di stivare una carica di 64 g che ben si presta a insidiare prede particolari.
Poniamo ancora l’occhio all’America e vedremo senza dubbio una grande dovizia di acquatici con una variegata serie di anitre, quindi uccelli di peso ridotto, ma pur sempre molto coriacei per il giubbotto in piumino antiproiettile che, se non è contemplato come tale nei trattati naturalistici, almeno tale sembra quando la rosata di pallini non produce l’effetto desiderato. Alziamo idealmente l’obiettivo e ci troveremo di fronte alle oche che rappresentano la preda di elezione per questo fucile: reperibili nella vecchia Europa come di là dell’Atlantico questi uccelli stupendi e intelligentissimi navigano a quote di sicurezza imponendo sovente dei tiri al limite e anche fuori della portata di un 12/76. Da ultimo vediamo la caccia al tacchino selvatico e anche qui poter disporre di una rosata ben guernita di pallini di diametro grosso a una distanza oltre i 50 m è un vantaggio non da poco e sovente fa la differenza fra catturare e lo star a guardare. Arriviamo ora a citare un altro dei motivi che hanno condotto alla soluzione del supermagnum: l’obbligo di usare pallini in ferro o acciaio in luogo di quelli piombo, oramai in vigore in parecchie nazioni, specie proprio per la caccia agli acquatici, ha richiesto un maggiore spazio per stivare i 55 g di pallini in tali materiali. Considerando il minor peso specifico rispetto al piombo è intuibile come in pari volume ci sia minor peso; altrettanto intuibile come tale caratteristica comporti un più rapido decadimento della velocità e quindi dell’energia, compensato dalla tendenza di queste rosate a mantenersi più fitte, quindi a disperdere di meno alle diverse distanze. Occorre prevedere pallini di diametro superiore, anch’essi con stivaggio di minor resa e in numero inferiore nello stesso volume. Borre contenitore e altri componenti della cartuccia sono stati pensati proprio con tali finalità e di pari passo hanno fatto i costruttori di armi per studiare canne adeguate.
La tecnica del Franchi
Partiamo dalla quotazione che in Casa Franchi è osservata con molta attenzione e il rapporto con la qualità dev’essere adeguato e favorevole: la calciatura viene proposta solo in polimero in colore nero o camo considerando l’impiego cui il fucile verrà sottoposto. Non manca certo il calciolo speciale in tre misure del tipo Tsa Adv o Tsa Gel che funge da giusta contrapposizione nei confronti della scelta di mantenere il peso complessivo dell’arma intorno ai 3,2 kg con canna da 66 cm, entità giudicata ottimale dal cacciatore medio odierno che privilegia comodità e maneggevolezza ponendo talvolta in second’ordine la miglior resa balistica: in effetti, e detto fuori dai denti, tale misura è del tutto risibile e inappropriata e per fortuna che si propongono anche quelle da 71 e 76, ma sarebbe consona all’impianto quella da 81cm. La scelta viene motivata dalla Casa con la sagace osservazione secondo cui il fucile si porta molto di più di quanto si spari e che l’impiego delle cartucce da 89 mm sia molto sovente messo in secondo piano dall’uso di quelle da 76 o anche da 70 mm con cui l’arma funziona perfettamente, badando solo ad avere un’energia alla bocca pari ad almeno 230 kgm. In buona sostanza a chi riversa su un solo fucile tutto il ventaglio delle proprie esigenze può anche andar bene una canna corta, ma chi fa del supermagnum il compagno di una caccia altamente specifica dovrà metter da parte certe leziose comodità e badare al sodo, cioè alla effettiva resa balistica garantita unicamente da certi parametri.
Il bilanciamento statico e dinamico viene come passo successivo per fornire un fucile in grado di sparare anche parecchi colpi, sia in rapida successione, sia come numero totale nel corso delle ore di caccia. Tecnicamente osserviamo il castello chiuso, ricavato da un estruso di ergal, e la canna in acciaio al carbonio, internamente cromata e dotata di una piccola prolunga posteriore di registro per la corretta centratura. La massa complessiva ottenuta da questi elementi garantisce il bilanciamento ottimale grazie anche alla disposizione della molla di recupero posta anteriormente, calzata sul tubo serbatoio e interna all’astina. Il sistema inerziale si basa sempre sulla testina rotante con alette frontali, ma questa che definiremmo una trazione anteriore fa lavorare le masse in linea con la canna e, spostando avanti una parte dei pesi, riduce notevolmente l’impennamento. Ancora un cenno alla canna per cui sono previsti tre strozzatori lunghi 5 cm, ovviamente adatti ai pallini di acciaio, con il 4 stelle che in quest’ultimo caso si rivela la soluzione ottimale; per il piombo quelli a 1 o 3 stelle forniranno le prestazioni adeguate a ogni esigenza. Da ultimo la piacevole annotazione della garanzia di 7 anni concessa per le parti meccaniche che dovessero presentare cedimenti strutturali.