Il marchio Franchi fa parte della Holding Beretta e da qualche anno si è riposizionato dapprima nel settore dei semiautomatici a canna liscia, poi dei due canne declinati in doppiette e sovrapposti con particolare indirizzo ai piccoli calibri, oggi giustamente molto in auge, e alle due canne rigate con la particolare destinazione della caccia al cinghiale.
L’occhio attento all’evoluzione venatoria, anche italiana, ha portato ultimamente alla presentazione della carabina a canna rigata denominata Horizon, sì alla francese per non essere sempre nella banalità anglofila. Di banalità poi non si può certo parlare per questo prodotto che si è inserito con successo in un agone commerciale di firme consolidate, segno che non è sempre vero che il diavolo si nasconda nei particolari perché ora sono i particolari che contano evidenziando la differenza dai concorrenti. E questa è la bella realtà della carabina Franchi.
Gli immaginari paletti entro cui la progettazione s’è mossa sono rappresentati dal mercato e dal cliente d’elezione: ovviamente gli USA sono sempre visti come lo sfogo di maggior soddisfazione se si seguono i parametri che il cacciatore medio statunitense ha ben saldi nel pensiero, poi non va trascurata l’Europa con una predilezione per l’Italia dove tanti giovani si sono avvicinati alla caccia, e in particolare alla caccia a palla. Per entrambi i modi di sentire rimangono ben definiti due elementi che qui ritroviamo nella meccanica, poco sotto descritta, e nella quotazione. La seconda deve rientrare in un ambito molto accessibile: si sa che negli Stati Uniti il dollaro è speso con oculata parsimonia ed esatta valutazione del bene da acquisire; da noi la faccenda cambia ben poco e in più molti giovani sono alla loro prima esperienza nel settore e desiderano provare, senza svenarsi, se la nuova attrazione verso la Natura e i suoi elementi avrà un seguito.
Ecco dunque perché l’impianto tecnico è classico, cosa ben differente dal banale di cui si diceva poco sopra, e classico significa di architettura consolidata con un’azione a otturatore girevole scorrevole (il movimento in linea non è gradito agli yenkee) in acciaio trattato dove il castello a sezione tonda presenta l’anello anteriore con lo zoccolo integrale per lo scarico delle forze e il ponte posteriore chiuso, della foggia detta a due diametri: su entrambi sono praticati i fori a specifiche Remington per un facile montaggio delle basi per l’ottica.
L’otturatore si compone del corpo cilindrico con scanalature elicoidali e della testa a tre alette ricavate a ribasso dalla sezione maestra: il profilo esterno arrotondato facilita l’esecuzione. Si evidenziano poi la faccia incassata a supporto della cartuccia, il foro del percussore con a fianco il nottolino elastico dell’espulsore, l’unghia dell’estrattore inserita in una delle alette con movimento ortogonale che assicura una presa stabile sul fondello della cartuccia. Posteriormente è inserito il manubrio: nella rotazione la base del braccetto contrasta con il profilo posteriore angolato del ponte realizzando l’estrazione primaria. La nocca di presa allungata risulta funzionale ed esteticamente gradevole così come il tappo di coda dal profilo conseguente a quello del ponte: dall’interno sporge il codolo del percussore quale avviso di armamento. Sul fianco sinistro è situata la levetta per svincolare ed estrarre l’otturatore.
La finitura esterna
Arriviamo al punto qualificante di questo specifico allestimento, la finitura esterna della calciatura in tecnopolimero, composta da una sottilissima vernice di particolare effetto ottico, un mimetismo misto composto da macro e micro disegni presi dal mondo vegetale in cui il cacciatore si muove. Per defilarsi alla vista degli ungulati, ben superiore alla nostra, il macro concorre a dissimulare l’insieme del fucile mentre il micro lo confonde su qualunque terreno. La sostanza è una sorta di invisibilità nei confronti di cinghiale, capriolo, camoscio. Rimangono un carattere distintivo della Horizon le quattro zone di presa, tutte con l’apposita zigrinatura antiscivolo, funzionali alle cinque posizioni di tiro maggiormente adottate. Il calciolo TSA ADV assicura una riduzione pari al 50% della sensazione di rinculo. Nella meccanica castello e canna sono rivestiti in Cerakote, un particolare composto nella tonalità Midnight Bronze che assicura durata e resistenza del metallo anche in climi estremi. La canna cilindro conica determina anche il peso del fucile, come da indicazioni poste in calce. La Casa assicura la precisione su tre colpi pari a 1 MOA. Il caricatore amovibile contiene 4 cartucce + 1 in canna, o 3 + 1: nello specchietto indichiamo i calibri proposti, le lunghezze di canna, i passi di rigatura e il peso.
.223 Rem. – 56 cm – 1:9” – 3.200 g
.243 Win. – 56 cm – 1:10” – 2.990 g
.270 Win. – 56 cm – 1:10” – 2.990 g
.308 Win. – 56 cm – 1:11” – 2.990 g
.30-06 Sprg. – 56 cm – 1:11” – 2.950 g
.300 Win. Mag. – 61 cm. – 1:11” – 2.950 g
6,5 mm Creedmoor – 56 cm – 1:8” – 2990 g
Una scelta razionale di calibri consolidati cui si aggiunge il 6,5 Creedmoor che sta mietendo successi per la sua precisione intrinseca, il rinculo moderato, l’adeguata rispondenza sulla selvaggina e l’ottima reperibilità di cartucce con palle di vario genere.