La strada dei sovrapposti Franchi inizia circa due anni addietro con un avvio controcorrente allestendo per primi i piccoli calibri, intesi come 28/70 e .410 Mg., per passare solo in seguito al tradizionale calibro 12/76 previsto per la disciplina agonistica dello Sporting e oggi anche per la caccia: la famiglia di questi fucili, come detto, si chiama Feeling e il nome di questo sovrapposto è Select. Mantenendo la duplice opzione adottata in partenza anche questi modelli vengono realizzati il primo con bascula in acciaio mentre il secondo con bascula in Ergal per offrire il peso più confacente in rapporto alle esigenze di tiro per cui sono progettati. Chiaramente per l’attività di pedana si richiede una massa maggiore mentre per la caccia la leggerezza consente una minor stanchezza quindi una reattività migliore nel momento del tiro: si dirà che non tutte le forme venatorie siano per questa esigenza, si pensi agli acquatici o ai colombacci, ma la maggioranza delle altre si risolve con un’attività di movimento, sovente in terreni faticosi, come il padule, il bosco o la montagna, e allora si comprende appieno la validità della scelta.
Iniziamo proprio a definire questo peso che non abbiamo solo letto su una scheda tecnica, ma verificato personalmente: 2.750 g un’opzione degna di Franchi che da sempre ha perseguito con successo lo studio e la realizzazione di fucili particolarmente leggeri. Viene inoltre seguito lo stile che definiremmo di basso profilo e decisa sostanza, quell’abbinamento che richiama l’attenzione di chi non ama mettersi in mostra con l’esibizione dell’apparenza preferendole la più discreta validità propria dell’essenza del prodotto.
Le caratteristiche salienti a richiamo dell’appartenenza alla famiglia si condensano nella tonalità di colore dei legni semiopachi e nella doppia scalfatura parallela praticata nella parte centrale dell’arma, dall’impugnatura all’asta attraversando i fianchi di bascula. Osserviamo adesso le caratteristiche tecniche.
La tecnica
Da un estruso di Ergal 55 lavorato con le più recenti metodologie applicate alle macchine CNC si ricava la bascula in blocco unico, comprensivo quindi delle codette posteriori e del traversino che le unisce: la struttura segue quello che oramai è definito il modello gardonese a cui vanno accreditati una notevole robustezza, una lunga durata e una realizzazione a costi assai contenuti. I fianchi esterni sono lisci, sempre con la doppia riga poco sopra citata, di consistente spessore per formare i semipiani, testa modellata con scalfature particolari in cui alloggia il perno della chiave integrale. Internamente spicca subito la piastrina in acciaio trattato, provvista dei fori per i due percussori, incassata nella faccia così da scaricare su metallo di maggiore durezza l’energia trasmessa dai fondelli delle cartucce. Tenute e chiusure si affidano a semiperni e orecchioni: i primi ricavati dal massello con rinforzi anteriori a triangolo e zoccolini sporgenti, i secondi praticati nel monobloc di culatta, all’altezza della mezzeria della canna inferiore, quindi con braccio di leva nullo allo sparo del primo colpo. Sempre nel monobloc in cui sono inserite le canne, fissate con saldatura a lega d’argento per non elevare la temperatura alterando le molecole dell’acciaio, spiccano i gambi degli eiettori con nottolino per l’estrazione primaria abbinato alle piste a camme della bascula, e il meccanismo di espulsione con molle interne, guide e leve di comando sistemate in scassi a coda di rondine.
Nella parte bassa posteriore sporgono i due tenoni affiancati: in contrasto con il traversino sporgente nel dorso della bascula contrastano la proiezione in avanti delle canne mentre un’ampia mortisa posteriore accoglie il tassello di bloccaggio comandato dalla chiave. Le batterie montante internamente prevedono molle elicoidali e le due leve di monta scorrono sul fondo con le propaggini laterali per l’attivazione degli eiettori. Il testacroce del tipo corto prevede il puntone di armamento riportato e spinottato e il meccanismo a pulsante per lo svincolo: nell’esemplare a nostre mani la registrazione del tiraggio è molto giusta con qualche difficoltà in apertura e chiusura, ma siamo certi che dopo qualche serie di colpi assuma quella frizione corretta per cui si elimini la tanto deprecata stifness, invisa ai Maestri inglesi, ottenendo per converso una lunghissima durata dell’arma. Non per nulla la garanzia sulle parti meccaniche concessa dalla Franchi raggiunge i 7 anni. SEGUE