Si libera così il vincolo con la canna e tutto il complesso compie il ciclo di riarmo espellendo il bossolo vuoto, armando il cane, prelevando la cartuccia passata dal serbatoio alla cucchiaia e camerandola, pronti a un nuovo sparo.
Tutto questo grazie alla molla di recupero posta anteriormente, attorno al serbatoio, su cui agisce un anello saldato alle due aste parallele, collegate al carrello. La canna fissa viene inserita nel castello tramite la sua lunga estensione di culatta e l’anello mediano, saldato inferiormente, si dispone sul tubo del serbatoio: su tale appoggio si chiuderà il tappo a vite che blocca le diverse componenti del fucile.
Nell’esemplare in prova abbiamo una lunghezza di canna pari a 66 cm (26”) e tre strozzatori intercambiabili di cui uno per pallini di acciaio. La calciatura in sintetico nero è decisamente funzionale e appare come la soluzione migliore per non temere rigature o altri guai dovuti all’acqua.
Le forme classiche con linee diritte e pistola accentuata consentono una comoda imbracciatura mentre quattro piastrine, fornite con l’arma, permettono di variare piega e inclinazione raggiungendo le misure ottimali.
Con la scelta del sistema inerziale si ha un’astina sottile e affusolata, elegante di linea e di presa più che buona.