Franchi Affinity Synt 20/76: Il modello mantiene il nome e il calibro che hanno segnato l’avvio della nuova produzione del marchio Franchi: nell’ambito di questi semiautomatici le proposte sono differenziate per soddisfare un ambito sempre maggiore di clienti
di Emanuele Tabasso
Eccoci nuovamente a trattare di un fucile Franchi con tutti gli agganci mentali al passato e parimenti con l’apprezzamento di quanto il marchio sta proponendo attualmente per un diverso e moderno intendimento della caccia, dei modi, della selvaggina e, in capo a tutto, del fucile da impiegare in un simile panorama. Cogliere nuove opportunità è sempre più difficile perché individuarle presuppone una conoscenza della realtà molto puntuale, un saper dirimere le ubbie mentali dalla vera necessità, quella che in definitiva consente di mantenere produzioni con i numeri adeguati a un apparato industriale.
Il semiautomatico continua a rivelarsi una scelta ripetuta, forte di una pluralità di risposte fornite puntualmente al cacciatore grazie alla sua versatilità, all’impostazione meccanica solida e sempre migliorata nel tempo, al costo contenuto che, in definitiva, si rivela un argomento premiante. Il Modello Affinity Synt in calibro 20/76 racchiude quanto serve di classico e quanto occorre di innovativo: dell’uno abbiamo la concezione tecnica e dell’altro la calciatura e la scelta del calibro.
La meccanica
Osserviamo il castello chiuso in lega leggera lavorato di fresa con calotta convessa dotata di incavo rigato antiriflesso quale invito alla linea di mira data dalla bindella antiriflesso, raccordo personalizzato nell’innesto con il calcio, finestra di espulsione con bordo posteriore inclinato, anello anteriore per l’inserimento della canna e, sotto, il tubo caricatore. Nell’ampia apertura inferiore si fissa con un aggancio e una spina elastica il gruppo di scatto comprensivo di guardia e ponticello, grilletto e bottone trasversale della sicura.
Davanti si trova la cucchiaia elevatrice in acciaio lucidato e profondamente nervata per ottenere solidità e scorrimento delle cartucce senza intoppi. Il meccanismo di ripetizione si affida al sistema inerziale di cui si conoscono a fondo le caratteristiche di pulizia e rapidità di intervento. Il carrello otturatore in due pezzi prevede la testina rotante a due alette con profilo arrotondato, dotata del foro per il percussore e della robusta unghia estrattrice con molla di registro incorporata, che realizza la chiusura stabile inserendosi nelle mortise praticate nella culatta della canna. Sotto sparo tutto il fucile arretra, in particolare proprio l’insieme canna e testina, mentre rimane ferma la massa del carrello. Fra i due elementi una molla tozza e resistente a una pressione di circa 125 kg va a pacco accumulando l’energia che restituirà, non appena cessa la spinta del rinculo, mandando indietro finalmente il carrello stesso dove una pista inclinata gioca con un piolo sporgente dalla testina obbligandola a ruotare.