A questa innovativa proposta non si affianca l’altrettanto pratica e funzionale calciatura in sintetico: il cacciatore rustico ama ugualmente un tocco di classicità e sceglie l’abbinamento con un noce europeo di grado 2 per vestire in maniera piena di decoro il proprio fucile. A ben vedere poi ci si è forse troppo abituati a considerare delicato il legno: in parte è vero, ma l’odierna verniciatura a olio garantisce un’adeguata protezione anche nelle situazioni più sfavorevoli, ad esempio la caccia agli acquatici, così come quella in bosco o nelle zone di montagna. Certo che qualche tocco ogni tanto succede, ma la vecchia tecnica della carta assorbente inumidita, la punta non troppo calda del ferro da stiro e un po’ di maestria rimettono le cose a posto. In definitiva poi anche qualche segno un po’ più vistoso degli altri e difficilmente eliminabile è da considerarsi una patente di nobiltà per l’arma e il suo proprietario.
La tecnica e i particolari
Il castello del tipo chiuso viene ricavato da un estruso di Ergal per successive operazioni di fresa mentre la canna in acciaio è rotomartellata: superiormente spicca la bidella ombreggiata e discretamente elevata, con quel gradino posteriore che favorisce l’accomodamento visivo mentre all’apice è inserito il mirino in fibra ottica Dual Color che assicura la massima visibilità in ogni condizione di luce e di sfondo. Evidenti poi i tre punti maggiorati, caratteristica degli Affinity 3, con manetta di armamento, bottone comando elevatore e finestra di caricamento di misure più sostanziose della norma. Il meccanismo di ripetizione si basa sul sistema detto Front Intertia, un inerziale con il noto otturatore a testina rotante e due alette di vincolo, collegato alla molla di recupero posta anteriormente, coassiale al tubo serbatoio: una soluzione che favorisce il bilanciamento dinamico e quindi la stabilità allo sparo.
La piega va di 5 in 5 da 45 a 65 mm, il calcio a pistola vede nella coccia la F caratteristica del marchio odierno, la curvatura assicura una presa stabile e buon posizionamento del dito sul grilletto così come il dorso di conveniente spessore e altezza fa lavorare l’occhio al giusto livello con la linea di mira; il calciolo è il noto TSA ADV (Twin Shok Absorber) da 22 mm, con altri due spessori differenti disponibili. Il Lop è pari a 365 mm con calciolo medio, 357 con quello basso e 375 con il più alto. L’asta tondeggiante nel fondo e con profonde scalfature longitudinali superiori offre una tenuta adeguata al brandeggio: nei campi di presa viene impresso a laser lo zigrino detto Allround Interlacement, grippante anche con mani insozzate dal fango. All’apice dell’asta sporge il tappo di chiusura con pochi e profondi incavi che favoriscono la presa: un foro sul perno centrale si offre per la maglietta porta cinghia.
Due i calibri proposti e le relative lunghezze di canna: 12/76 con 71 cm e 20/76 con 66 cm; foratura in anima pari rispettivamente a 18,3-18,5 e 15,8-16,0 mm, strozzatori da 50 mm intercambiabili grazie alla chiave allegata, con valori di 1 – 3 – 4 stelle (* *** ****). Il peso fa registrare 2.980 g per il calibro 12 e 2.700 g per il 20. Il gruppo di scatto ricavato da uno stampaggio in polimero comprensivo del ponticello e della guardia assicura un peso di sgancio intorno a 2,500 kg (+/- 10%) senza filature o difetti di sorta. Convenienti la curvatura e la posizione del grilletto raggiungibile anche da chi ha mani molto piccole; nel rebbio posteriore della guardia è inserito il bottone trasversale della sicura mentre più avanti sporge dal castello il tasto a lamina del cut-off rovescio, come hanno i Benelli, con il puntino rosso che indica l’armamento del cane. Come già segnalato i tre comandi principali sono surdimensionati per un facile azionamento in situazioni limite e anche con i guanti: inferiormente troviamo l’ampia finestra di caricamento e sulla parte destra, la manetta di armamento che sporge dalla finestra di espulsione e il bottone a disco per lo svincolo dell’otturatore.
Due note per ultimare la descrizione, una di estetica con le doppie linee parallele incavate sui fianchi tra calciatura e castello, peculiari degli odierni fucili Franchi; l’altra, meno visibile, ma di sostanziale evidenza, la garanzia di ben 7 anni che un’azienda può fornire quando sia ben sicura del proprio prodotto.