Fototrappolaggio: In ambito venatorio e documentaristico stanno prendendo piede le fototrappole di ultima generazione, con le quali è possibile immortalare immagini ed istanti della vita nei boschi e foreste. La Leupold presenta le fototrappole RCX-1 ed RCX-2: da oggi la selvaggina non avrà più segreti.
Negli Stati Uniti da molto tempo vengono utilizzate le trail cameras (letteralmente “telecamere dei percorsi di caccia, in italiano“Fototrappole”), con le quali è possibile monitorare le aree di passaggio degli animali cacciabili, per una moltitudine di scopi atti stabilire le strategie di caccia ed ottenere i risultati più vantaggiosi da ogni battuta.
Nella vecchia Europa, premesse le leggi e restrizioni sulle fototrappole, quest’ultime potrebbero risultare utili per catturare i segreti dei boschi anche a fini documentaristici, per la sorveglianza di ampie zone boscose e per il monitoraggio delle riserve di caccia, solo per citare gli essenziali campi di applicazione.
Fino a oggi il mercato non è stato particolarmente florido per l’offerta di questo genere di strumenti, e molti trail scouts dediti al “fototrappolaggio” restavano spesso insoddisfatti dalle prestazioni dei modelli disponibili in commercio. Per tal motivo, la soluzione a queste problematiche veniva trovata nella costruzione artigianale delle fototrappole, attraverso l’uso di fotocamere digitali commerciali in grado di stabilire il compromesso tra campo visivo, prestazioni diurne e notturne, autonomia e memoria.
Una soluzione che presentava però dei rischi, poiché le fototrappole così concepite sono strumenti che devono restare a lungo all’esterno, assicurate a degli alberi, in balia degli agenti atmosferici e, soprattutto, alla portata di chiunque. In particolare le condizioni atmosferiche sono il principale nemico di questi strumenti, poiché un case non perfettamente stagno potrebbe subire seri danni; gli animali stessi oggetto di ripresa possono essere attratti dalla naturale curiosità verso i dispositivi e danneggiarli; infine il furto da parte di passanti, che scorgono apparecchiature elettroniche molto costose.
Al fine di trovare una soluzione definitiva a questi problemi, la Leupold si è dedicata allo sviluppo di dispositivi specifici per il “fototrappolaggio”, mettendo sul mercato la nuova serie di trail cameras RCX. Con un elevato grado di robustezza, affidabilità e con uno chassis polimerico dal profilo naturale, le fototrappole RCX segnano l’inizio dell’evoluzione delle fototrappole.
Le fototrappole RCX funzionano sia come macchine fotografiche, sia come videocamere con possibilità di registrazione audio o audio/video, a seconda della versione con possibilità di salvare foto e filmati nei più conosciuti formati elettronici all’interno di una scheda di memoria estraibile SDHC. La capacità di memoria di quest’ultime è di 32 gigabyte, il che consente un loro impiego a lungo termine ed in grado di trasferire rapidamente il materiale audiovisivo o fotografico raccolto sul proprio personal computer.
Le fototrappole RCX possono essere ancorate a qualsiasi supporto (palo, albero, staccionata, muretto o quant’altro) sia tramite cinghia che attraverso l’apposito Lock-Down Security Plate, un piccolo pannello metallico che permette il supporto tramite viti, fungendo anche da chiusura ermetica per lo chassis della fototrappola, proteggendola così da furti e vandalismi.
Sono due le varianti di questo sistema disponibili sul mercato: la RCX-1 e la RCX-2, simili per dotazioni, ma diverse nelle prestazioni. Ambedue vengono alimentate da un Pack contenente otto batterie tipo “Stilo” a ioni di litio, estraibili e ricaricabili ed impiegano un obiettivo con angolo da 54°. Ciò che le distingue è la definizione dell’immagine: 8 megapixel per la RCX-1, 10 megapixel per la RCX-2. Le fototrappole RCX si attivano automaticamente, quando viene messo in azione il sensore di prossimità passivo all’infrarosso, che è singolo e con un raggio d’azione da 45° nella RCX-1, doppio e con un raggio d’azione da 10° e 45° nella RCX-2.
Nel modello RCX-1, il sensore (PIR) si attiva al passaggio del selvatico nel raggio di 45 piedi (circa 14 m), mentre nel modello RCX-2 la distanza può essere regolata fino a 90 piedi (27 metri e mezzo). Il funzionamento nelle ore notturne è assicurato da una serie di Led all’infrarosso, 36 nella RCX-1, 48 nella RCX-2, con il risultato identico a quello di una foto scattata con una macchina munita di dispositivo IR.
La regolazione dei parametri e la programmazione dei due modelli RCX avviene tramite un apposito controller esterno, il quale viene collegato tramite uscita USB alla fototrappola. Con il controller si impostano ora e data e si attiva o disattiva il sensore della temperatura circostante, si regolano i parametri d’attivazione del sensore PIR, le modalità di funzionamento e la qualità dell’immagine, a seconda della risoluzione desiderata. Il controller funge anche da dispositivo per scaricare il materiale ripreso da una fototrappola e caricarlo su un supporto differente comeil pc, e può salvare sulla sua memoria-tampone le impostazioni, per consentire all’utente di impostare gli stessi parametri su più fototrappole.
La serie RCX di Leupold si può considerare sicuramente la migliore alternativa disponibile sul mercato delle fototrappole. Inoltre, quest’azienda anticipa le sue concorrenti. Inserendosi i un segmento di mercato molto particolare, che spazia dall’ambito venatorio fino a quello documentaristico.