Lotta al randagismo nell’area archeologica di Pompei..Che fine hanno fatto i Fondi stanziati e perchè i randagi continuano a stazionare nell’area archeologica?
Gli onorevoli dell’Idv, Gabriele Cimadoro e Sergio Piffari, hanno presentato un’interrogazione ai Ministri dei Beni Culturali, dell’Economia, della Salute, dell’Ambiente e del Turismo, sulla gestione dei fondi assegnati alle associazioni animaliste per il progetto “(C)Ave Canem”, il cui obiettivo era “di lotta al randagismo e la cura e tutela dei cani presenti nell’area archeologica di Pompei”.
Sull’utilizzo dei finanziamenti di tale progetto, la prima ad esprimere perplessita’ e’ stata FederFauna. Poi e’ stata la volta della trasmissione “AnnoZero” di Rai2, che in un servizio denunciava: “Nonostante siano stati investiti piu’ di 100mila euro, dati alla LAV per cercare di non far girare i cani randagi all’interno degli scavi, i cani randagi, all’interno degli scavi, continuano ad esserci”.
Poi ancora l’associazione “Centopercentoanimalisti”, che titolava sul proprio forum: “Scandalo LAV a Pompei! 100.000 euro mai arrivati ai cani”.
In risposta ai vari servizi ed articoli, la Lav ha pubblicato un articolo sul proprio sito (www.lav.it), a firma del suo presidente Gianluca Felicetti, in cui presentava un resoconto dei risultati del progetto: 55 cani censiti, 26 cani adottati; 3 cani restituiti al legittimo proprietario; 2 cani trasferiti in centro di accoglienza per percorso educativo.
Allegato anche un bilancio in cui l’associazione animalista spiegava di aver “impiegato oltre 18.000 euro dal proprio Fondo 5×1000 donato generosamente da soci e simpatizzanti” e che il costo totale del progetto fosse stato di 121.000,35 euro cosi’ suddivisi: 75.793,61 euro per accudimento e tutela dei cani, 32.606,04 euro per spese veterinarie, 7.040,20 euro per attivita’ di comunicazione e stampa, 5.560,50 euro per segreteria organizzativa e amministrativa.
Il Segretario Generale di FederFauna, Massimiliano Filippi, ipotizzando il permanere nell’area di tutti i 55 cani censiti per l’intera durata del progetto ed ipotizzando il medesimo trattamento per ciascun cane, ha elaborato un conteggio utilizzando per le attrezzature prezzi reperibili sul web, da chiunque verificabili.
Dal conteggio emerge il dubbio che nemmeno cibo e cuccie “d’oro”, medagliette extra lusso e un lettore di microchip per ogni cane giustificherebbero tanti soldi.
L’interrogazione dei due parlamentari di Italia dei Valori pone, quindi, interrogativi sui criteri adottati nel riconoscere finanziamenti ad associazioni di volontariato ma piu’ ancora sulle verifiche effettuate per accertare la corrispondenza tra le spese dichiarate e quelle sostenute, nonche’ sulla tracciabilita’ degli animali, sia quelli dichiarati adottati che quelli che ancora permangono nell’area.
“In bilancio – fanno presente Cimadoro e Piffari nella loro interrogazione – esiste una voce di spesa per le persone, che, essendo volontarie, non dovrebbero per definizione essere conteggiate”.
FederFauna – Ufficio Stampa
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