Evoluzione e allargamento
Biodiversità in Volo, il progetto di Fondazione UNA – Uomo, Natura, Ambiente – in collaborazione con Federparchi, giunto quest’anno alla sua terza edizione, si evolve e allarga il suo perimetro a comprendere i Parchi europei, facendo tappa in Sardegna e poi in Catalogna, alla scoperta di due realtà gemellate ma operanti in contesti completamente diversi. Partendo dal Parco Nazionale dell’Asinara, in provincia di Sassari, e proseguendo poi in due parchi della Diputació de Barcelona – il Parc de la Serralada Litoral e il Parc Natural de Sant Llorenç del Munt i l’Obac –, l’obiettivo del viaggio è stato quello di operare un confronto, nell’ambito delle attività di conservazione delle aree protette europee, tra due diversi modelli di gestione del patrimonio faunistico, mettendo in luce punti in comune e differenze di modalità frutto di anni di intensa collaborazione tra gli Enti Parco.
Gestione virtuosa del territorio
L’idea di una gestione virtuosa del territorio e della fauna selvatica che lo popola, secondo criteri scientifici, è uno dei valori cardine di Fondazione UNA, che crede nell’importanza di un approccio razionale alla preservazione della biodiversità, in cui anche l’attività venatoria, qualificata come sostenibile e responsabile, in aperta contrapposizione al bracconaggio, si inserisce come strumento di controllo. “Il nostro obiettivo, e il focus di questo progetto, che ci vede impegnati con i soggetti che si occupano di tutela delle specie all’interno delle aree protette, è proprio quello di porre l’accento sull’approccio scientifico ed ecosistemico alla conservazione” ha commentato Renata Briano, Presidente del Comitato Scientifico di Fondazione UNA. “Biodiversità in Volo è nato per questo. All’Asinara prima, e in Catalogna poi, abbiamo osservato come un unico obiettivo comune, quello di una gestione che risponda alle necessità degli ecosistemi, possa essere raggiunto attraverso modelli anche molto diversi. L’aspetto più evidente è l’utilizzo dell’attività venatoria all’interno dei parchi in Spagna, come strumento di regolazione e controllo: un esempio concreto di quell’integrazione con il mondo scientifico e ambientalista che, come Fondazione, promuoviamo”.
Motivo d’orgoglio
Per Luca Santini, Presidente di Federparchi, “La collaborazione con Fondazione UNA, negli anni, contribuisce a raccontare, anche al di fuori dei confini delle aree protette, che cosa significhi per i parchi italiani gestire questa immensa ricchezza e quali siano le nostre responsabilità, come associazione di enti gestori, ma anche come uomini inseriti in un ecosistema. Crediamo fermamente nell’importanza della collaborazione tra aree protette, anche di diverse realtà e di diversi Paesi. In questo senso, è motivo d’orgoglio per noi aver ampliato la collaborazione e averle dato un respiro europeo”.
Diverse collaborazioni
Nel corso degli anni il progetto ha coinvolto numerosi parchi naturali italiani: il Parco Nazionale del Gran Paradiso, il Parco Regionale della Maremma, il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, il Parco Naturale dei Nebrodi e il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi: territori nei quali la biodiversità è tutelata a tutti i livelli, dai grandi carnivori agli invertebrati, dagli uccelli ai pesci. L’impegno di Fondazione UNA nel portare i temi cari al mondo venatorio nei principali spazi di confronto e dialogo sulla biodiversità a livello internazionale negli anni si è declinato in diverse collaborazioni, oltre a quella in essere con Federparchi: entrando a far parte di IUCN, Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, e successivamente di Mountain Partnership – FAO, la Fondazione intende posizionarsi come un attore di riferimento sui temi della conservazione e della biodiversità.