Calendari venatori
Il presidente di Fondazione UNA Maurizio Zipponi e di AB – Agrivenatoria Biodiversitalia Niccolò Sacchetti si rivolgono al settore in merito al tema dell’emendamento alla Legge di Bilancio che sta tenendo banco in queste ore fra le polemiche ambientaliste. Di seguito il testo: “È con profondo rammarico che annoto la scomposta reazione di alcune Associazioni riguardo alla proposta di inserire determinati correttivi alla disciplina recante l’approvazione dei calendari venatori contenuta nella proposta di legge di bilancio, nell’imminenza della votazione alla Camera. Alla base della contestazione, si rinviene la volontà del legislatore di trovare una soluzione allo scontro, muro contro muro che, ogni anno, all’apertura della stagione venatoria, si riproduce nell’indicazione dei tempi e dell’elenco delle specie di fauna selvatica da regolare diversamente nelle singole Regioni.
Azioni in malafede
Si registra infatti – e con maggior frequenza negli ultimi anni – la proposizione di liti temerarie da parte di soggetti che agiscono in giudizio con malafede e, cioè, contestando le scelte regionali al solo fine di ottenere un provvedimento cautelare di sospensione dell’esercizio della caccia. Non interessa che, a distanza di tempo, con la prosecuzione del giudizio ed entrando nella fase di merito, sia mostrata l’evidenza di non poter vantare alcuna plausibile ragione. La condotta processuale serve soltanto a dar vita a polemiche e tensioni e ad impedire l’avvio della stagione venatoria, preferendo alla costruttività del confronto, la calunnia gratuita. Ciò fa aumentare i sospetti della buona fede di un certo mondo che, a proposito dell’emendamento alla legge di bilancio grida, oggi, allo scandalo, addirittura invocando la questione di legittimità della caccia nel disegno rivisitato della Costituzione, di recente, dichiarata inammissibile dai giudici amministrativi. L’articolo 9, terzo comma, assegna al legislatore la definizione dei modi e delle forme attraverso cui regolare la tutela della fauna selvatica, nel bilanciamento con altri interessi e valori destinati a trovare espressione, a livello unionale, con riguardo alle tradizioni culturali degli Stati membri. Pertanto, riteniamo che sia inaccettabile appellarsi all’incostituzionalità di alcune norme per attaccare un settore e una categoria di cittadini, quando è evidente che il problema sia di merito nel rapporto e confronto tra le compagini politiche in Parlamento.
Tempi di prelievo
Ma non è questo tema a dividere. Alla vigilia del voto della legge di bilancio, si tratta di impostare un discorso serio sulla omogeneità dei dati scientifici che sorreggono, sul piano di regioni biogeografiche, la scelta dei tempi di prelievo delle specie in base ai movimenti migratori e considerare come il prelievo sia alla base di una complessa attività di bio-regolazione, come il contrasto alla peste suina ha evidenziato, richiedendo la collaborazione dei cacciatori ai piani di contenimento. Tutte condizioni che, tra l’altro, richiedono l’espressione di un parere, ai fini dell’approvazione dei calendari, anche dell’apposito Comitato istituito presso il Ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, impostato secondo una logica istituzionale più ampia in quanto coinvolgente interessi amministrativi plurali – centrali e periferici – e partecipati non solo dagli ambientalisti ma anche dagli agricoltori. Auspichiamo che si possa uscire presto dallo scontro ideologico muro contro muro e che si possa riaprire un serio confronto tra mondo ambientalista, agricolo, venatorio e scientifico, così come fu fatto saggiamente dai padri e dalle madri della legge 157/92. Si evitino, dunque, ideologiche battaglie: la questione ambientale è troppo importante e pretende di camminare insieme in un percorso serio e responsabile”. (Fonte Fondazione UNA)