L’ARCI Caccia Regionale contesta con argomenti solidi tali affermazioni e preannuncia di aver già interessato il proprio ufficio legale per tutelare i diritti dei cacciatori a qualunque associazione aderiscano e i propri tutti iscritti diffamati da tali inconsistenti falsità di cui il responsabile risponderà innanzi all’Autorità Giudiziaria. Abbiamo piena fiducia negli inquirenti e nella magistratura e ci riserviamo di costituirci contro i responsabili, quelli veri! L’associazione ARCI Caccia, prosegue il Presidente Regionale, ha rafforzato la propria azione di contrasto al bracconaggio, intensificando anche la propria attività di prevenzione degli incendi tramite i propri volontari, anche in collaborazione con i Carabinieri Forestali con i quali si è siglato un protocollo di intesa a livello nazionale.
Tanto per smascherare le fandonie e l’infondatezza delle folcloristiche accuse nonché la superficialità delle argomentazioni portate a sostegno delle parole del piromane, conclude il Presidente De Bartolomeo, si sottolinea che l’incendio è avvenuto in oasi ove la caccia è vietata e che sempre e ovunque sui territori attraversati da incendi non è e non sarà possibile esercitare la caccia per svariati anni. A chi giova il fumo? Cerchiamo e puniamo i colpevoli, il resto è misera propaganda”.