Il Financial Times, il principale giornale economico-finanziario del Regno Unito (oltre che uno dei più antichi al mondo), ha intervistato Franco Gussalli Beretta, numero uno della storica fabbrica d’armi. Oltre a concentrarsi sulla storia dell’azienda e sulla vita privata, è stata l’occasione per approfondire la questione delle sparatorie e dell’utilizzo di pistole e fucili, con particolare riferimento agli Stati Uniti.
Beretta ha sottolineato come i produttori di armi non abbiano responsabilità per questi fatti sanguinosi, anche perché “la filosofia del gruppo è che ogni popolo di un paese democratico può scegliere cosa è meglio fare nel suo territorio”. La società di Gardone Val Trompia, dunque, si limiterebbe a seguire le regole. Secondo il presidente, in Europa ci sono paesi con densità di armi superiori rispetto a quella americana, come ad esempio in Finlandia e in Svizzera: nella nazione scandinava e in quella elvetica non si registra nulla di allarmante.
Beretta ha anche aggiunto che le sparatorie sono più che altro un problema psicologico, citando le parole del presidente statunitense Barack Obama: “Si può comprendere bene come un’arma sia qualcosa di pericoloso nelle mani di chi non ha assimilato la giusta cultura, ma nelle mani di chi ha familiarità con le armi e non ha problemi mentali si trasforma in qualcosa di normale”. L’intervista si è conclusa con un cenno alla recente apertura dello stabilimento nel Tennessee: il presidente dell’azienda lombarda ha spiegato come la fabbrica nel Maryland fosse nel posto sbagliato, mentre il Sud a stelle e strisce può essere considerato l’area ideale.