Anche quest’anno la concessione delle pre aperture da parte di molte Regioni (16 su 20, tra cui Lombardia e Piemonte solo in alcune province) è stata accompagnata da polemiche, ricorsi e allarmistici comunicati, ripresi in gran parte senza contradditorio e senza verifica alcuna dai media, da parte delle solite sigle anticaccia, che denunciano ipotetiche stragi e violazioni delle leggi. In realtà, di stragi non ne avvengono: le specie consentite sono un numero minimo, ben identificate e dal punto di vista delle popolazioni perfettamente in grado di sostenere un prelievo, limitato a pochi capi e per poche ore.
Per quanto riguarda la legge poi, la concessione delle pre aperture da parte delle Regioni è espressamente prevista dalla normativa in materia. Quest’anno però a luglio, quando molti calendari regionali erano già stati emanati e alcuni dovevano ancora essere deliberati, abbiamo assistito all’intervento del Ministero dell’Ambiente, che in una lettera indirizzata alle Regioni e Province Autonome le invitava a non autorizzare giornate di prelievo prima dell’apertura generale per la tortora. A parte l’incongruenza, messa subito in evidenza da Federcaccia, del Ministero che da una parte invitava a non concedere quanto nella stessa lettera veniva presentato come sostenibile, vale la pena rimarcare come l’invito del Governo centrale non sia stato fortunatamente raccolto dalle Regioni.
Ancora una volta si è allargato il solco che divide i diversi livelli dello Stato, e questo non può che preoccupare. Anche se condotto in maniera più dolce, il “consiglio” del Ministro Costa – a sua volta consigliato da chi? – ci fa tornare alla memoria quanto avvenuto col precedente Ministro e lo scontro istituzionale consumatosi fra Governo e Regioni sui tempi di prelievi di beccaccia e turdidi a gennaio. Non vorremmo – a pensar male, diceva un noto politico, si fa peccato ma si ha quasi sempre ragione – che quella del Ministro fosse stata una sorta di prova, per vedere se e quante Regioni erano pronte a seguire le sue indicazioni, contrarie ai dati scientifici e agli orientamenti della stessa Ispra, anch’essa per altro messa in condizioni di doversi rimangiare quanto già dichiarato. Ci auguriamo che il Ministro Costa voglia confrontarsi sui temi venatori anche con le Associazioni venatorie, per trovare insieme soluzioni possibilmente aggiornate, certe e soprattutto non improntate all’ideologia alle questioni che riguardano ambiente, fauna e territorio del Paese. Di certezze e chiarezza di indirizzi ha bisogno la fauna per essere gestita e tutelata. Federcaccia, che in condivisione con la Cabina di Regia delle AAVV, aveva prontamente inviato alle Regioni un documento tecnico sulla tortora che dimostrava la sostenibilità della pre apertura è pronta come sempre ha fatto a un confronto fondato su dati tecnici, leale e aperto con le Istituzioni.
Aspettiamo l’indicazione che il Ministero condivida questa posizione. Adesso che le pre aperture sono state archiviate l’interesse di tutti i cacciatori è rivolto alla prossima domenica, per l’apertura generale della stagione venatoria. Ne approfittiamo per rivolgere a tutti i cacciatori un forse scontato ma sincero augurio per questo appuntamento. La raccomandazione principale è come sempre per la sicurezza. Attenzione sempre altissima perché questa giornata di svago e di immersione nella natura, così come quelle che seguiranno, non vengano funestati da incidenti. Ricordiamo di tenere sempre un comportamento responsabile e corretto, ligio alle regole di legge e a quelle etiche che devono contraddistinguere un cacciatore. Facciamolo per rispetto degli altri e soprattutto nostro. Una immagine positiva, fatta anche di piccole cose, di piccoli gesti, può solo giovare ai nostri rapporti con gli altri membri della società, che non sempre ci accetta e spesso non ci comprende. A tutti i cacciatori italiani dunque, un forte e sincero “In bocca al lupo!”