Un intervento di questo tipo può essere paragonato alla chiusura della stalla quando i buoi sono già usciti. Inoltre, è stato giudicato assurdo il blocco della caccia in zone che distano chilometri e chilometri dai roghi. Tra l’altro, le leggi per tutelare i boschi in fiamme esistono già e provvedimenti così drastici, oltre che privi di supporto scientifico, non hanno senso. Federcaccia Piemonte si chiede come potrà essere spiegato agli agricoltori che per un mese cinghiali e caprioli potranno “circolare” liberamente e devastate i campi e le coltivazioni.
L’associazione sta mettendo a disposizione uomini e risorse per risolvere l’emergenza, ma è vicina anche al mondo agricolo. L’auspicio è quello di piantare un intero bosco da dedicare a chi ha affrontato i roghi (molti di loro erano proprio cacciatori). Le accuse mosse in questi giorni al mondo venatorio sono state giudicate idiote, infine la nota della Federcaccia piemontese si è conclusa con un pensiero rivolto ai politicanti: “S’è trattato dell’ennesima…bella pensata dei soliti incompetenti!“.