L’Italia è inserita nell’areale centro-orientale con tutte le regioni ad eccezione di Piemonte e Liguria che fanno parte dell’areale occidentale, dove la proposta della Commissione (non concordata) è di sospensione del prelievo. Federcaccia sta lavorando a fianco delle Regioni italiane per far recepire entrambe le decisioni europee e la gran parte delle Regioni sta emanando calendari che riducono della metà il prelievo massimo stagionale (10 capi invece di 20), le giornate di pre apertura e il periodo di caccia dopo la terza domenica di settembre. Così, ad esempio il Veneto ha ridotto a 10 capi il carniere stagionale, lo stesso ha fatto la Basilicata e così l’Abruzzo. Altre Regioni seguiranno questa proposta riducendo anche le giornate di preapertura.
Indubbiamente un sacrificio, ma comunque preferibile all’assoluto divieto di prelievo e in ogni caso una riduzione che interesserebbe solo questa stagione in attesa di rivedere i dati. Questi i fatti, evidentemente non graditi alle sigle anticaccia sopra citate che, colpite nel segno in una delle loro battaglie ideologiche, cercano maldestramente di minacciare gli Assessori e i Funzionari regionali o di dare una giustificazione a quelli allineati con le loro idee: un comportamento a dir poco vergognoso, che allontana sempre di più il loro mondo dalle Istituzioni, da una società correttamente informata e dalla possibilità di dialogo per la conservazione della biodiversità.
Federcaccia si è già attivata presso le Regioni Italiane sollecitando il recepimento della proposta della Commissione e invitandole a non tenere in considerazione le argomentazioni inconsistenti e tendenziose presenti nella lettera a firma delle sigle anticaccia (Fonte: Federcaccia).